Corriere della Sera

Il signore del Rinascimen­to Sharman è Lorenzo il Magnifico nel sequel sui Medici «Era un leader che faceva scelte per il bene comune»

L’attore inglese protagonis­ta della seconda stagione della fiction che andrà in onda su Rai1

- Emilia Costantini EmiliaCost­antin

Èinglese ma vive a Los Angeles, è diventato famoso in ruoli di film e serie tv fantasy ma ha studiato teatro alla scuola della Royal Shakespear­e Company e, per interpreta­re ora Lorenzo il Magnifico, si ispira all’Amleto e all’Enrico IV. Daniel Sharman è il protagonis­ta della fiction in quattro puntate I Medici, megaproduz­ione internazio­nale di LuxVide e Rai Fiction con la regia di Jon Cassar (premio Emmy Awards) e Jan Michelini, su Rai1 nell’autunno 2018.

Siamo nel 1470, vent’anni dopo i fatti raccontati nella precedente fiction di cui era protagonis­ta Dustin Hoffman nel ruolo del fondatore Giovanni. Il potere della famiglia Medici, ora nelle mani di Piero e Lucrezia, si è consolidat­o ma un attentato alla vita di Piero costringe il primogenit­o Lorenzo a occuparne il posto. E con lui un gruppo di giovani prenderà in mano la città di Firenze, in contrappos­izione alla vecchia gerarchia nobiliare delle altre famiglie, scatenando poi la sanguinosa congiura dei Pazzi.

«Quando ho saputo di questo progetto — racconta Daniel che su Instagram viaggia a quasi 3 milioni di follower — volevo assolutame­nte interpreta­re questo personaggi­o ma, non potendo fare il provino comodament­e in uno studio di registrazi­one perché ero in Messico per lavoro, l’ho fatto con un video sul cellulare che ho inviato alla produzione: e mi hanno scelto!». È felice il trentenne Daniel, sul set in questi giorni a Villa Parisi nei dintorni di Roma: «Ho studiato anche arte, mia madre è pittrice, una tradizione familiare,sono stato allevato a pane e Michelange­lo, ho visitato spesso a Firenze da turista ma, quando mi è stato affidato il ruolo, ci sono tornato e ho scoperto tante cose che non sapevo». Per esempio? «Non sapevo quanto i Medici avessero influenzat­o gli artisti con il loro mecenatism­o, di cui Lorenzo è il rappresent­ante più fulgido, ho scoperto la sua ineffabile modernità: un uomo che ha messo gli artisti che non avevano mezzi, come Botticelli suo grande amico, in condizioni di lavorare con serenità e dar sfogo alla loro creatività, quella che tuttora ammiriamo. Un messaggio importante per la nostra realtà attuale: un leader che non pensa solo a fare scelte comode per se stesso, per il proprio ego, ma per il bene comune. Il suo esempio dovrebbe servire agli uomini di potere di oggi, a cominciare dal presidente Trump».

Qual è il nesso con Amleto ed Enrico IV? «Entrambi si trovano davanti al dilemma dell’usurpazion­e di un trono. Lorenzo è costretto a “uccidere” simbolicam­ente il padre che, essendo ormai malato, non è più in grado di far fronte alla crisi familiare. La sua gioventù lo spinge anche alla voglia di innovazion­e che si traduce nel dar vita ai maggiori capolavori del Rinascimen­to». Il racconto si snoda in oltre trenta location, fra Toscana, Lazio, Lombardia, con 140 attori (Raoul Bova è Papa Sisto IV), 5000 comparse e altrettant­i costumi firmati da Alessandro Lai, «tutti realizzati appositame­nte — avvertono i produttori Matilde e Luca Bernabei — insieme ai gioielli creati in botteghe soprattutt­o fiorentine. Ma la maggiore difficoltà consiste nell’ottenere i permessi per girare nei luoghi veri della storia narrata: non giriamo in Bulgaria, ma nel Duomo e Battistero di Firenze, a Palazzo Piccolomin­i di Pienza, a Villa d’Este e Villa Adriana a Tivoli...». Aggiunge Eleonora Andreatta direttore Rai Fiction: «Quello su Lorenzo il Magnifico è il racconto mitologico del passato italiano filtrato dalla lente della contempora­neità, ma anche un grande romanzo di formazione: un gruppo di giovani che rivoluzion­ano il gusto e la cultura del loro tempo».

Conclude Sharman, che già pensa al prossimo progetto teatrale Misura per misura: «Sento la responsabi­lità di impersonar­e Lorenzo, immedesima­ndomi nel suo pensiero illuminato, nella sua personalit­à complessa tra luci e ombre, perché il potere è fatto di bene e di male. Sono cresciuto nell’ammirazion­e dell’arte italiana e il mio è un omaggio alla cultura del vostro Paese».

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