Corriere della Sera

«Grey’s Anatomy» parla (anche) italiano

Nella serie entra Stefania Spampinato, ginecologa lesbo: perfino negli Usa qualche battuta non è sottotitol­ata

- Chiara Maffiolett­i

Quando è arrivata sul set, l’effetto è stato quello di una bambina che va per la prima volta al Luna park. «Era tutto un: nooo, questo è il bar di Grey’s Anatomy, nooo, questo è il corridoio dell’ospedale...». Fino a qualche settimana fa, Stefania Spampinato — una bella ragazza siciliana di 35 anni — era un’attrice in cerca di un’occasione a Los Angeles, oltre che una fan della serie. «L’ho seguita per 13 stagioni in tv», racconta quasi per convincers­i del fatto che adesso, al fianco dei suoi personaggi preferiti, c’è anche lei. In Italia, il suo debutto sarà stasera, alle 21 su FoxLife, data di partenza della 14ª edizione di Grey’s Anatomy.

Quella che più di tutte parlerà italiano, visto che al personaggi­o di Giacomo Gianniotti, new entry della 12ª stagione, si aggiunge, appunto, il suo: sarà la ginecologa Carina De Luca, sorella del dottore Andrew De Luca , «e spesso, anche nella versione americana, parleremo in italiano», racconta. Già da stasera: «Se ti vedesse mamma!», le dice lui, imbarazzat­issimo dopo averla sorpresa baciarsi con passione e pochi vestiti addosso con una donna che è anche la sua capa. Insomma, quello di Spampinato non sarà un ruolo marginale. Un lieto fine per lei, nata e cresciuta a Catania, che a 19 anni ha iniziato la sua sfida per diventare una ballerina profession­ista: «Mi ero trasferita prima a Milano, poi a Londra, dove ho vissuto per 5 anni. Lì ho iniziato a studiare recitazion­e, ma non avrei mai pensato potesse essere il mio lavoro. Non volevo: mi sognavo ballerina».

Dieci anni dopo, un nuovo cambio vita: «Mi sono spostata a Los Angeles, complice anche il clima di Londra che a me, siciliana, dava attacchi di ansia. Lì ho iniziato a studiare recitazion­e più seriamente: avevo 29 anni e ho ricomincia­to da zero». Per mantenersi, «lavoravo nei ristoranti, facevo qualche ruolo da comparsa... tutto per restare a Los Angeles, per pagare l’affitto». A Hollywood, poi, trovare un agente che ti indirizzi nel modo giusto è una specie di miracolo: «Le mie prime audizioni sono state pessime: una volta mi hanno chiesto di fare un personaggi­o con accento texano, quando a malapena parlavo l’inglese. Oppure mi mandavano a casting in cui cercavano un’italiana e mi ritrovano in mezzo ad americani che d’italiano non parlavano una parola: io ero l’unica ma poi non mi prendevano perché interessav­a più il look da macchietta».

Spaghetti, mandolino e gesticolar­e vistosamen­te. «Specie con le pubblicità, funziona ancora così». Facile perdere un po’ di speranza. Fino a questa svolta: «All’audizione per Greys’ Anatomy sono andata senza sapere quanto grande fosse il ruolo: cercavano un’attrice che parlasse italiano, ma pensavo a una guest star di un giorno, magari una paziente...». Ma non è andata così.

Questo è uno di quei ruoli capaci di cambiare una carriera... «Infatti sono ancora un po’ incredula. Spesso mi dico: ma sta succedendo veramente? Sono super felice». Una gioia che condivide con chi fa il tifo per lei da casa. La sua prima fan era sua mamma, «ma l’ho persa un anno e mezzo fa. Non poter condivider­e tutto questo con lei è stato molto brutto. Mia mamma è il motivo principale per cui ho iniziato a fare questa carriera: ero una ragazzina siciliana e lei mi ha lasciata andare, è stata sempre il mio più grande supporto. Però c’è una cosa: ho saputo di aver preso la parte il giorno del suo compleanno e cominciato a girare il giorno del suo onomastico. Anche a casa, erano tutti ancora più emozionati per questo».

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