Corriere della Sera

Uomini simbolo di un calcio fatto in casa Insigne & Immobile sono chiari segnali

- Di Cristiano Gatti

Anema e core, anema e cozze. Troppi indizi: quest’annata sembra nata sotto il segno del Napoli, ascendente ciuccio. In giro per il Paese si respira già una simpatia sommersa e trasversal­e, che porta dritta alle qualità migliori di questo calcio-fantasia. Le pulcinella­te di una squadra che diverte e si diverte, però correndo e sudando, però stavolta terribilme­nte concreta con otto vittorie su otto: è prima di tutto questo il segreto dell’azzurro così celeste. Ma quel Dna intimament­e e specificam­ente partenopeo, festoso e imprevedib­ile, non si esaurisce nel primato della squadra: dilaga capillarme­nte nelle singole prodezze dei suoi uomini simbolo. È il calcio scugnizzo di Insigne, che impone sul campo la passione verace, ed è anche il calcio scugnizzo di Immobile, che gioca per la Lazio, eppure in un intreccio di combinazio­ni astrali firma la doppietta alla Juve e consegna un nuovo sogno alla sua terra. Rispetto all’altro sogno, quello possibile grazie a un artista argentino in campo e un bresciano in panchina, questo ha un artista napoletano in campo e un napoletano in panchina. È tutto fatto in casa, è fatto in casa persino l’emissario che fredda la Juve. Come non riconoscer­e i chiari segnali di un’annata particolar­e. Bentornata epopea. Ma vediamo di non cominciare subito con la solita fanfara del riscatto sociale di una città reietta: bisognereb­be capirla, una buona volta, che Napoli ha dell’altro.

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