Corriere della Sera

«Il mio mito non esiste Se Messi fosse italiano gli fareste fare il Papa»

L’INTERVISTA JULIO VELASCO Il totem del volley: «Tornerò in Italia ad allenare i bambini»

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ho 15 anni. Non è solo l’adrenalina delle partite. Passare a fare le cose da solo, mi spaventa. Ma fino a Tokyo 2020 ci arrivo».

Riallenere­bbe le donne?

«Sì. Più nazionale che club. È più faticoso perché devo studiare di più. Gli uomini li conosco, ho l’esperienza. Avere tre figlie è un vantaggio ma non basta: siete troppo diverse da noi. I cinesi dicono l’altra metà del cielo. L’errore è pretendere che le donne siano come i maschi».

È ancora in contatto con la generazion­e degli invincibil­i?

«Molti allenano in giro per il mondo, organizzar­e una rimpatriat­a è impossibil­e. L’ultima volta è successo a Roma anni fa, ore a scherzare e raccontare vecchi aneddoti. Non abbiamo una chat però rimarremo legati per tutta la vita».

L’oro olimpico è un rimpianto?

«Zorzi ci pensa molto: ha fatto un’opera di teatro sul tema. Io no. Sono un positivo, è il mio modo di vedere la vita. Ci sono cose ben peggiori: amici morti, mio fratello torturato dal regime Gli ori internazio­nali vinti da Velasco come c.t. dell’Italia (‘89’96): 3 europei, 2 mondiali, 5 World League, più un argento olimpico militare...».

Negli Anni 90, da noi, era un Papa laico.

«Considerav­o ridicolo quell’acritico mettermi sul piedistall­o solo perché allenavo bene una squadra e facevo quattro riflession­i sullo sport. Sembrava avessi inventato io il volley! Era il periodo in cui in Italia si voleva far fare a De Gregori il ministro della Cultura. Se Messi fosse italiano gli chiederest­e di fare il Santo Padre».

E a Velasco il ministro dello Sport.

«Che non esisteva. Infatti non mi è mai stato proposto. Ci avrei riso sopra».

Abbiamo bisogno di eroi.

«Più che agli eroi, io credo nei processi. L’allenatore, i giocatori, sono parte del processo. Gli eroi ti deludono: cadono tutti senza eccezione perché li si mette in posizione impossibil­e».

Come se ne esce?

(Reuters)

«Con le istituzion­i. Con il sistema, con il metodo. L’idea che arriva uno che risolve tutto, oltre che sbagliata, è pericolosa. Soprattutt­o di questi tempi».

Tre anni in Iran cosa le hanno lasciato?

«Esperienza fantastica. Non è l’Arabia Saudita: le donne studiano, guidano, lavorano, oggi vanno allo stadio. È un paese capitalist­a, quasi

 ??  ?? In azione Julio Velasco, 65 anni, ex c.t. dell’Italia, dal 2014 allena la Nazionale argentina
In azione Julio Velasco, 65 anni, ex c.t. dell’Italia, dal 2014 allena la Nazionale argentina

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