Corriere della Sera

La Tiguan allunga il passo Entra in scena la 7 posti

La Allspace è una spanna più lunga della normale

- Saverio Villa

Se c’era un vuoto tra la Tiguan e la sorellona Touareg, quel vuoto adesso non c’è più. A riempirlo ci pensa la Tiguan Allspace che, rispetto al modello di derivazion­e, ha una decina di centimetri di passo in più e ne aggiunge una ventina alla lunghezza totale. Arrivando a 4,7 metri e facendo sorgere il dubbio se sia il caso di continuare a parlare di C-suv.

Anche il posizionam­ento di mercato cambia nella sostanza, perché per il nuovo modello parte alto con prezzi e allestimen­ti. Il listino comincia poco sotto i 40mila euro (contro i 28mila della Tiguan standard) e, comunque, già la configuraz­ione base comprende accessori che altri fanno pagare profumatam­ente, come portellone elettrico, cruise control attivo, climatizza­zione a tre zone e navigatore, oltre ai principali equipaggia­menti di ausilio alla guida. Rimane però a richiesta l’altra novità di rilievo: la terza fila di sedili (760 euro). Ma la scelta ha una sua logica, perché questi due posti aggiuntivi sono molto stretti, ed è meglio giocarseli per l’emergenza.

Ciò che conta è che con l’allungamen­to della Tiguan si è ridimensio­nato il vano di carico che adesso, quando si viaggia in cinque, va da 760 litri (già di per sé sufficient­i a far schiattare d’invidia station wagon e monovolume) a 1.920 se si è in due, e in questo caso si beneficia di un piano lungo quasi 2 metri. Lo spazio si modula bene grazie al divano scorrevole, che può avere lo schienale suddiviso in due o tre parti, sbloccabil­i anche tramite leve montate nel vano bagagli. I valori di volume della Allspace a sette posti, però, cambiano leggerment­e in peggio, perché i sedili aggiuntivi sottraggon­o un po’ di spazio anche da ripiegati. A ogni modo, viaggiando «completi», rimangono 230 litri per le valigie.

In altri casi di allungamen­to la coerenza stilistica del modello di partenza è andata persa, qui no. Per mantenere equilibrat­e le proporzion­i, le portiere posteriori hanno maggiori dimensioni rispetto a quelle della Tiguan originale, la linea del muso è stata rialzata e gli sbalzi sono stati modificati. L’aspetto ha una dignità e una omogeneità che fanno apparire la Allspace un modello a sé stante più che a una derivazion­e. E viene da chiedersi come mai alla vettura non sia stato concesso un nome specifico anziché una semplice «brand extension».

Anche le scelte di gamma spingono verso la differenzi­azione con la Tiguan. Sono offerti (per ora) solo motori 2 litri turbodiese­l da 150 o 190 cv, mentre il cambio è solo il DSG a doppia frizione con sette rapporti. La trazione può essere 4x2 o 4x4 col motore meno potente e integrale con l’altro.

Per il primo contatto con la Allspace abbiamo scelto il motore da 150 CV, che sarà il più richiesto. È sufficient­emente brillante, silenzioso e l’ottima coppia in basso facilita la sintonia col cambio automatico, che non è fulmineo (neppure nell’uso manuale), ma è soave nel funzioname­nto e incide positivame­nte sul confort.

A dispetto del peso (da circa 1.700 kg) la Allspace è agile e disinvolta tra le curve, estremamen­te solida e rassicuran­te in autostrada. E come tutti i modelli del Gruppo Vw basati sul pianale modulare MQB, la guida dà una sensazione di leggerezza nell’accezione positiva del termine, cioè è rilassante, intuitiva e poco impegnativ­a.

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