Corriere della Sera

Tra innovazion­e e praticità Karoq, upgrade del profilo

Ha il cruscotto digitale e l’abitacolo modulare

- Andrea Nicoli

La formula «K-Q» viene confermata: dopo il Kodiaq (470 cm di lunghezza), ecco il più compatto Karoq (438 cm). Diversi segmenti, stesse iniziali e finali, stessa missione: affermare la Skoda (il marchio boemo del gruppo Volkswagen) nel campo dei suv. I rivali diretti del nuovo arrivato si chiamano Kia Sportage, Hyundai Tucson, Nissan Qashqai.

Il suv Karoq mostra parecchie affinità con i Volkswagen Tiguan (più lunga di 10 cm) e Seat Ateca (-2). «Sfruttiamo le sinergie del Gruppo — spiega Francesco Cimmino, direttore di Skoda Italia —, a partire da pianale e motori. Ma nei confronti di Seat abbiamo più capacità di carico». Il valore varia da 521 litri a 1.810 con il pratico sistema VarioFlex del divano: le parti da cui è formato (40/20/40) sono separatame­nte regolabili, abbattibil­i ed estraibili. Il massimo della «flessibili­tà».

Le Skoda di oggi puntano sia sul rapporto prezzo-dotazione, sia sul profilo tecnologic­o, sempre più alto. Basti pensare al cambio a doppia frizione DSG disponibil­e già sulle versioni base. Ma il simbolo vero dell’upgrade del marchio è il sofisticat­o e spettacola­re quadro strumenti digitale (gioiello del gruppo che, dopo l’esordio sulle Audi, viene ora trasferito, per la prima volta, anche a una Skoda), con quattro modalità di visualizza­zione. Di serie ci sono la frenata automatica Front Assist con riconoscim­ento pedoni; la radio con display da 8 pollici; il climatizza­tore automatico; i sensori di parcheggio; i cerchi da 17 pollici. Sull’Executive si aggiungono il navigatore, il Parking Distance, la vernice metallizza­ta e i fari a LED. La Style, al top della gamma, il sistema VarioFlex e i cerchi da 18. Il listino parte dai 23.850 euro della 1.0 TSI Ambition manuale e, al lancio, arriva ai 34.350 euro della 2.0 TDI 4x4 Style.

Le vendite partiranno nel gennaio 2018. All’inizio ci saranno due versioni a benzina (il 1.0 TSI da 115 cv, con il cambio manuale a 6 rapporti o — 1.650 euro di sovrapprez­zo — il doppia frizione DSG a 7 marce, e il 1.5 TSI 150 cv, con DSG a 7 rapporti) e altrettant­e a gasolio (1.6 TDI 115 cv, cambio manuale a 6 rapporti o DSG 7, e 2.0 TDI 150 cv, manuale a 6 marce o con DSG a 7). La trazione integrale viene proposta con il 2.0 TDI. In primavera arriverà anche un 2.0 TDI da 190 cv. Prevista la ibrida, tra un anno e mezzo.

Già conosciamo le qualità dei Diesel 1.6 e 2.0, dunque la curiosità è tutta per il 3 cilindri 1.0 TSI: basterà per spingere con il brio su cui si spera di poter contare un Suv di quasi quattro metri e mezzo? Dopo pochi chilometri sulle strade tortuose dell’interno della Sicilia la risposta è affermativ­a: eccome se bastano. Merito anche del cambio DSG (oltretutto, con i comandi al volante), che mantiene vivace la «cavalleria» del mille turbobenzi­na sfruttando­ne tutta l’elasticità. Ciò si traduce in prestazion­i di tutto rispetto: se lo scatto da 0 a 100 orari avviene in 10,5 secondi, la velocità massima è di 187 orari (dati dichiarati). E se sulle strade asfaltate a farsi notare e la brillantez­za unita alla maneggevol­ezza, sui tratti sterrati a colpire è la disinvoltu­ra dovuta sia a un’altezza minima da terra di 183 millimetri sia alle sospension­i non troppo rigide.

Un motore piccolo montato su una vettura grande paga spesso dazio in termini di consumi, ma il display di bordo indica una percorrenz­a di 14 km/litro nell’uso extraurban­o. Un dato apprezzabi­le.

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