L’affascinante viaggio di Bertolino nel mondo della ricerca in Italia
Non è facile parlare in televisione di ricerca universitaria, come se la necessità di semplificare, tipica del medium, costringesse sempre a banalizzare, ad aggrapparsi a luoghi comuni o cavalcare lo «scandalo» del momento per poi far cadere l’attenzione subito dopo. Invece è un tema complesso, su cui si gioca la crescita futura del Paese e che meriterebbe ben altra considerazione, da media e politica.
Diciamo che le lacrime di coccodrillo versate sui «cervelli in fuga» non bastano: va bene invitare i giovani ad avvicinarsi alla ricerca ma bisognerebbe come prima cosa metterli nelle condizioni di farla. Ben venga dunque un progetto come quello iniziato sabato su La7 (ore 12), «Meravigliosa Mente»: un affascinante viaggio in più puntate compiuto da Enrico Bertolino per Fondazione Tim nei più importanti poli di ricerca e innovazione in Italia, dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa all’Istituto Italiano Tecnologia di Genova, passando per l’Università degli Studi di Padova, la Bicocca di Milano e il Politecnico di Torino.
Nel primo episodio abbiamo fatto la conoscenza di alcuni brillanti ricercatori under 40 (in Italia si è giovani fino ai 50), in prima linea nell’innovazione scientifica e tecnologica. A Pisa, dove Galileo Galilei «fondò» la scienza moderna, si fanno oggi esperimenti che potrebbero cambiare la vita di molte persone con malattie croniche: il ricercatore Leonardo Ricotti sperimenta organi bionici che promettono di sostituire quelli umani non più in grado di funzionare bene, mentre Marco Controzzi è al lavoro su un progetto di robotica per restituire importanti funzionalità a chi ha subito l’amputazione di arti. Luca Cesaretti e la sua squadra studiano un sistema di levitazione magnetica che ambisce a superare il sistema della ruota e velocizzare di molto i trasporti. Vale la pena nominarli per dare un volto a chi ha scelto di restare in Italia, tra mille difficoltà, a fare il proprio lavoro.