Corriere della Sera

Renzi ora apre a Mdp e Pisapia Sul tavolo coalizione e primarie

Veltroni contro un’alleanza con FI: la forza dei dem è essere alternativ­i a loro

- di Maria Teresa Meli

Il Pd cambia strategia. Gli scissionis­ti non sono più i traditori dai quali tenersi alla larga. Con loro, sulla base di accordi chiari, si può anche costruire una coalizione nei collegi uninominal­i.

È indubbiame­nte una svolta, comunque vada a finire e quale che sia la risposta che D’Alema e Bersani daranno. Tanto più che per la prima volta il Partito democratic­o, pur di ricucire con gli scissionis­ti e di recuperare rapporto con Giuliano Pisapia non pone il tema del candidato premier come condizione irrinuncia­bile per l’alleanza.

Il cambiament­o di strategia, come è ovvio, lo ha deciso lo stesso segretario. Che su questo si è consultato anche con Walter Veltroni. Matteo Renzi l’ha spiegata così ai suoi collaborat­ori: «Con Giuliano e con Mdp si può fare un accordo

La leadership Il segretario ai suoi: sì a un accordo, se non mi vogliono si può fare la consultazi­one Il tour Parte oggi da Roma il treno «dell’ascolto» di Matteo Renzi. Girerà 107 province d’Italia

sulla base di contenuti chiari. Io sono disponibil­e». E ai più titubanti dei suoi, a quelli che gli facevano presente che questo poteva essere un modo per minare la sua leadership, il segretario del Pd ha replicato con queste parole: «Se ci sono delle basi serie per fare un accordo, questo è un passaggio superabile. Se loro non vogliono che io sia il candidato premier di quella coalizione non c’è problema. Si potrebbero fare le primarie, ma non credo che Mdp e Campo progressis­ta le vogliano sul serio. Vorrà dire che io rimarrò, come da statuto, il candidato premier del Pd, e la leadership della coalizione la si giocherà sul campo elettorale, in base a chi avrà più voti».

E su chi abbia più voti, ovviamente, non ci sono dubbi. Secondo l’ultimo sondaggio della Swg il Partito democratic­o è la prima forza politica, con il 27,2, seguita dai grillini. Ma quel che è più interessan­te è che quelle rilevazion­i confernon mano che tra centrosini­stra e centrodest­ra è un testa a testa. Perciò potrebbe servire anche lo 0,5 per cento di Pisapia o il 2,6 di Mdp per vincere la sfida elettorale.

Dunque,una nuova svolta. Da parte del Pd si tratta di una grande apertura, e, soprattutt­o, di un modo per andare a vedere le carte degli scissionis­ti e di Pisapia. Così sarà chiaro agli elettori chi vuole dividere e chi invece punta a unire per «battere le destre». Renzi però preferisce non pronunciar­e ancora pubblicame­nte queste parole. Attende di capire se in realtà l’unico scopo di D’Alema e Bersani sia solo quello di mettere in difficoltà il Partito democratic­o o se da parte loro ci sia una vera disponibil­ità all’alleanza. Walter Veltroni, invece, per il ruolo che ricopre, si può permettere di indossare ufficialme­nte i panni del federatore.

L’ex segretario sottolinea che «la forza del Pd è la sua alternativ­ità alla destra», che «un’alleanza con Berlusconi sarebbe un errore» e che «con Pisapia e Mdp si vince». Ma per raggiunger­e questo obiettivo, aggiunge Veltroni, occorre «l’umiltà dell’unità, che richiede disponibil­ità a cercare dei punti di convergenz­a». Punti che il Pd è pronto a individuar­e. Tanto che gira voce che sulla manovra il Partito democratic­o potrebbe venire incontro agli scissionis­ti sul versante della sanità. Non abbraccian­do la loro proposta sui ticket, perché il governo ha già spiegato che non è sostenibil­e, ma avviando una graduale revisione di quella materia.

Sbagliereb­be quindi chi immaginass­e che le uscite fatte ieri da Walter Veltroni siano un modo per mettere in difficoltà Matteo Renzi. Anzi. Anche l’ex segretario del Pd ritiene che l’accordo con Mdp e Campo progressis­ta sia fattibile solo se nasce da una vera convergenz­a programmat­ica, perché «non bisogna rifare le coalizioni del passato, che poi si rompono dopo le elezioni». E, del resto, pure Veltroni intende andare a vedere quale sia il vero gioco degli scissionis­ti. E anche di Pisapia, che ancora ieri era molto duro nei confronti di Renzi: «Il Pd vuol fare una coalizione o una riedizione di Biancaneve e i sette nani?». Ma mentre a sinistra si litiga, Matteo Renzi pensa al treno e al suo tour d’ascolto per l’Italia, perché, come non si stanca mai di ripetere: «È con gli elettori che si fanno le vere alleanze».

 ??  ?? Il convoglio Il treno del segretario del Partito democratic­o parte oggi da Roma. Nella prima giornata toccherà Lazio, Umbria e Marche
Il convoglio Il treno del segretario del Partito democratic­o parte oggi da Roma. Nella prima giornata toccherà Lazio, Umbria e Marche

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