Corriere della Sera

Rubbia: «Ora studieremo come si è formata la materia»

Il Nobel per la Fisica: dalla filosofia alla realtà, cogliamo tutti gli aspetti dei grandi eventi cosmici

- di Giovanni Caprara

«Finalmente si può studiare come si è formata la materia». Il Nobel Carlo Rubbia è entusiasta della scoperta appena annunciata tra Usa ed Europa.

Professore, che cosa cambia grazie ai rilevament­i combinati di onde gravitazio­nali e onde elettromag­netiche?

«Ora questi fenomeni si vedono e si possono studiare anche nelle conseguenz­e e capire come hanno influenzat­o la chimica dell’Universo. Così infatti si sono formati gli elementi pesanti come l’oro e il piombo. E tutto questo lo possiamo misurare direttamen­te. Prima avevamo dei segnali parziali mentre adesso, come Carlo Rubbia, 83 anni, ha vinto il Premio Nobel per la Fisica nel 1984 hanno dimostrato i satelliti e i numerosi telescopi a terra, si colgono tutti gli aspetti dei grandi eventi cosmici. Ogni giorno i satelliti registrano dei potentissi­mi lampi di radiazioni gamma di cui non si spiegava bene l’origine e anche questo ha trovato una spiegazion­e».

Non bastava la registrazi­one delle onde provocata dalla fusione di due buchi neri ?

«No, perché con i buchi neri non si vede nulla, non ci sono altre manifestaz­ioni. Le quattro onde precedenti infatti hanno spiegato solo una parte di quello che succedeva. Invece con la fusione di due stelle a neutroni le cose cambiano perché si assiste alla generazion­e di altre onde, appunto di tipo elettromag­netico».

La ricerca è stata ardua e lunga ma alla fine...

«Alla fine siamo passati dalla filosofia alla realtà e abbiamo davanti una finestra universale. Abbiamo la conferma che il modello standard che spiega la natura è assolutame­nte valido, completand­o il quadro e spiegando bene tutte le forze fondamenta­li che la dominano».

L’Italia è protagonis­ta di primo piano nella scoperta.

«Sì, facciamo parte di questa meraviglio­sa avventura scientific­a, molto importante per i risultati conquistat­i. Costruire la stazione Virgo è stata una scelta determinan­te. C’è voluto coraggio ma lo sforzo ha pagato. Peccato che...».

Peccato che ?

«Che anche Virgo non abbia potuto raccoglier­e subito le prime onde e sia entrata in funzione un po’ dopo. Comunque i nostri ricercator­i hanno collaborat­o fin dall’inizio all’elaborazio­ne dei dati; quindi erano già sulla scena in modo pesante. Però se fossimo stati pronti, a Stoccolma sarebbe andato anche un nostro scienziato a ritirare il Premio Nobel per la Fisica appena assegnato a Barry Barish, Kip Thorne e Rainer Weiss. Ma non c’è da rammaricar­si. Adesso lavoriamo e raccogliam­o assieme i segnali; anzi abbiamo aggiunto, grazie a Virgo, delle possibilit­à prima inesistent­i».

Abbiamo la conferma che il modello standard che spiega la natura è assolutame­nte valido

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Il fisico

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