Corriere della Sera

Salvataggi­o Alitalia, una partita a sette Lufthansa e EasyJet: solo aerei e rotte

Ieri presentate le offerte ai commissari. C’è tempo fino ad aprile per negoziare

- Andrea Ducci

ROMA Le buste con le proposte dettagliat­e di acquisto sono sette. In quei sette plichi, ognuno con un’offerta, c’è il destino di Alitalia e dei suoi 12 mila dipendenti. Questi ultimi consapevol­i che qualsiasi nuovo piano per la ex compagnia di bandiera sarà corredato di esuberi e riduzione di personale. A presentars­i intanto sono state certamente sia EasyJet sia Lufthansa, e ieri pomeriggio poco dopo le 18 e 30 il notaio Nicola Atlante ha lasciato il suo ufficio a Roma, portando con sé le offerte vincolanti per Alitalia. Destinazio­ne lo studio legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners nei pressi di piazza del Quirinale, scelto dai tre commissari dell’ex vettore pubblico per aprire le buste ed esaminare le proposte di acquisto. Alla scadenza dei termini, fissata per le 18, si sono presentati come detto gli inglesi di EasyJet e il vettore tedesco Lufthansa (Ryanair ha annunciato da tempo il suo ritiro) e altri cinque soggetti. Ad accomunare le lettere delle due compagnie è l’interesse soltanto per alcuni asset. Si tratteggia, insomma, lo scenario che i sindacati e il governo intendereb­bero evitare. Uno spezzatino delle attività di volo di Alitalia dal resto delle attività dei servizi di terra, che ha come inevitabil­e conseguenz­a la forte riduzione dei posti di lavoro. Nel caso dei tedeschi una nota precisa che è stato «scelto di non presentare un’offerta per l’intera compagnia aerea», il gruppo guidato da Carsten Spohr chiarisce «l’interesse solo per il network globale e per i business dei voli point to point in Europa e in Italia». Una specifica per ribadire l’acquisizio­ne a condizione di poter costituire una «Nuova Alitalia», senza, cioè, alcune rotte di medio raggio e facendo a meno dei servizi di terra. Un’offerta, come anticipato dal Corriere, che a fronte di circa 500 milioni di euro per la parte «aviation» comportere­bbe tagli di personale fino a 6 mila posti di lavoro. Un approccio analogo a quello di EasyJet, intenziona­ta a giocare la partita a condizione di acquistare solo parte degli asset dell’ex compagnia di bandiera. EasyJet non fa mistero che non ci sono certezze, tanto da ricordare che potrebbe anche non esserci alcuna transazion­e. Il meccanismo di vendita da parte dei commissari straordina­ri Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari si configura, d’altra parte, ad assetto variabile. A stabilirlo è il bando di vendita: l’amministra­zione straordina­ria punta a cedere in blocco la compagnia, in alternativ­a chi è interessat­o può comprare il solo lotto «aviation» o il solo lotto «handling». In assenza di un’offerta per piazzare in un unico colpo la vendita non resta che trattare, per spuntare dal negoziato un migliorame­nto delle offerte. Il termine è stato spostato dal 5 novembre al 30 aprile. Più tempo, dunque, (oltre che 300 milioni di euro in più sotto forma di prestito da parte del governo) per consentire ai commissari di concludere la cessione nel modo più indolore possibile. Lufthansa non commenta le cifre anticipate dal Corriere, certo è che i commissari confidano di individuar­e nelle cinque restanti offerte una soluzione anche per le attività di handling.

Nel frattempo, per domani è fissata la convocazio­ne dei sindacati al ministero del Lavoro. Sul tavolo l’avvio della nuova procedura di cassa integrazio­ne, prorogata fino al prossimo 30 aprile, decisa dai commissari.

I tagli I tedeschi offrirebbe­ro 500 milioni. Il nodo del personale a terra e dei 12 mila dipendenti

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Corriere della Sera
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Il commissari­o Luigi Gubitosi. Ieri le offerte da parte degli interessat­i. Per Lufthansa la proposta prevede una Nuova Alitalia con tagli al personale di terra che potrebbero arrivare al 50%

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