Corriere della Sera

Parte la gara per il super internet, un’asta da 2,5 miliardi

Il sottosegre­tario Giacomelli: in tre anni siamo passati dal doppino di rame al 5G

- Rita Querzé

Smart city, da aspirazion­e a realtà. Entro il 2020. Open Fiber e Wind Tre hanno presentato ieri il progetto che porterà il 5G a Prato e L’Aquila. Si tratta di una delle tre sperimenta­zioni volute dal ministero dello Sviluppo economico (le altre due riguardano le città di Milano, affidata a Vodafone, e quelle di Bari e Matera di cui si occuperann­o Tim, Fastweb e Huawei).

E il resto d’Italia? Le frequenze della nuova tecnologia 5G saranno messe all’asta. Questo stabilisce già la legge di Bilancio. «La base d’asta per le frequenze 5G sarà di 2,5 miliardi», ha detto ieri il sottosegre­tario alle Comunicazi­oni Antonello Giacomelli. «Con l’azione di questo governo e del precedente abbiamo portato l’Italia dal doppino in rame al 5G in tre anni», ha rivendicat­o il sottosegre­tario.

Il passaggio alla tecnologia 5G per i cellulari non comporta sempliceme­nte un aumento della velocità nello scambio dei dati. Aumenterà la gamma dei servizi a disposizio­ne. Per esempio, la domotica più avvenirist­ica sarà a portata di mano. Lasciare che l’auto entri da sola in garage potrebbe diventare normale proprio perché la tecnologia 5G è in grado di supportare questo tipo di comando a distanza. Migliaia di contatori potranno «parlare» contempora­neamente con lo stesso centri servizi. In generale, quello che distingue la tecnologia 5G è la possibilit­à di connession­i massive tra macchine. Questo ovviamente favorirà anche la digitalizz­azione della produzione e dei servizi.

«Il 5G non è solo velocità, ma è una tecnologia che crea un ecosistema per innovare e portare sul mercato applicazio­ni e soluzioni in ambiti diversi: telemedici­na, education, smart home, smart city e realtà aumentata», ha esemplific­ato ieri alla presentazi­one della sperimenta­zione di Prato e L’Aquila il ceo di Wind Tre, Jeffrey Hedberg.

Dal canto suo Tommaso Pompei, ceo di Open Fiber (società partecipat­a al 50% da Enel e da Cassa depositi e prestiti) ha spiegato che investirà con Wind Tre 30-40 milioni di euro nella sperimenta­zione di Prato e L’Aquila. «Se parteciper­emo all’asta per le frequenze 5G? È uno dei temi che ci stiamo ponendo», ha aggiunto Pompei. La sperimenta­zione a Prato e L’Aquila partirà nel 2018 per arrivare a regime nel 2020. Già da fine anno si comincerà a lavorare sull’installazi­one della rete.

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