Weidmann: candidati a Bce non si valutano per nazionalità
«La Bundesbank non approverebbe se la Bce, nella ripartizione degli acquisti dei titoli, si discostasse dal concordato criterio della quota di partecipazione al capitale della stessa Banca centrale e acquistasse soprattutto obbligazioni con un elevato indebitamento e con un basso grado di solvibilità». Così ha replicato il presidente della Bundebank Jens Weidmann a una domanda sull’ipotesi che la Bce possa acquistare più titoli italiani in caso di una congiuntura negativa. In un’intervista a «Wirtschaftswoche» il banchiere centrale tedesco si è comunque mostrato ottimista sull’eurozona: «L’andamento economico registra una crescita. Ciò apre una prospettiva di normalizzazione della politica monetaria».
Sull’obiettivo dell’inflazione al 2% la Bce è «sulla strada giusta. È vero che non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo, ma è anche vero che siamo sulla strada giusta». Il percorso, «a seguito di crisi finanziarie, può essere lungo a causa del fatto che governi, imprese e famiglie hanno un indebitamento elevato». Quindi «ci vuole tempo affinché la competitività venga ripristinata ovunque. Anche questo attutisce la pressione sui prezzi». L’obiettivo di inflazione non deve essere modificato, ha sostenuto Weidmann, altrimenti sarebbe «danneggiata la nostra credibilità». Ma, ha continuato, «ritengo che la norma del quasi 2 per cento sia giusta, tuttavia è orientata a medio termine. Questo ci consente di trascurare i fattori di carattere temporaneo, senza perdere credibilità».
Per Weidmann, infine, i candidati alla successione del presidente della Bce Mario Draghi, in scadenza nel febbraio del 2019, andrebbero valutati «per capacità non per nazionalità» . «Mancano ancora due anni al termine del mandato di Draghi — ha affermato — Qualunque discussione sul suo successore è prematura e dannosa». E, ancora, «sarebbe sconcertante e problematica» l’ipotesi che qualcuno possa essere escluso per la provenienza. «Queste discussioni non si sono verificate con riferimento all’Olanda, alla Francia o all’Italia, quando un cittadino dei rispettivi Paesi è stato nominato al vertice della Bce».