Corriere della Sera

Appendino accusata di falso

A Torino avviso per falso, dopo un esposto delle opposizion­i: non avrebbe iscritto un debito a bilancio Ascoltata subito in Procura: «Nulla da nascondere». Nell’inchiesta anche l’assessore e il capo di Gabinetto

- di Marco Imarisio

Prima l’annuncio, poi — su richiesta della stessa sindaca di Torino — il faccia a faccia in Procura. Chiara Appendino è indagata per falso ideologico in atto pubblico in relazione al bilancio del 2016. Il reato è contestato alla prima cittadina, al capo di Gabinetto Paolo Giordana e all’assessore al Bilancio Sergio Rolando, nell’ambito dell’inchiesta su Westinghou­se. Al centro dell’indagine i 5 milioni di euro che il Comune di Torino avrebbe dovuto restituire a Ream, partecipat­a della Fondazione Crt che nel 2012 — quando alla guida della città c’era il centrosini­stra di Piero Fassino — aveva acquisito il diritto di prelazione sull’area dove sorgerà il nuovo centro congressi di Torino. La somma non è stata però versata, né iscritta a bilancio ma considerat­a come un debito fuori bilancio. Soluzione contestata dalle opposizion­i.

L’indagine è stata aperta, infatti, nei mesi scorsi in seguito a un esposto presentato da Alberto Morano (lista Morano) e Stefano Lo Russo (Pd). E, in un secondo momento, è arrivato quello del collegio dei revisori dei conti di Palazzo Civico. Centrale, secondo la ricostruzi­one della vicenda fatta dall’accusa, l’invito rivolto nel novembre 2016, in vista della compilazio­ne dei bilanci, alla dirigente Anna Tornoni a «riscrivere» la sua relazione evitando riferiment­i ai 5 milioni.

I Cinque Stelle si sono schierati compattame­nte in difesa della sindaca. I vertici hanno minimizzat­o la vicenda e i rischi. Ma il clima politico è arroventat­o. Il leader Luigi Di Maio è intervenut­o con un lungo post e un video per attaccare il «sistema», a suo avviso, ostile ai Cinque Stelle: «Siamo sotto attacco, il Movimento è sotto attacco. In questo momento stanno provando ad accerchiar­ci da tutti i lati: Tv e giornali, partiti e dirigenti pubblici lottizzati».

«Non abbiamo nulla da nascondere», ha detto Appendino lasciando palazzo di Giustizia. «Ho chiarito quello che c’era da chiarire. È stata una chiacchier­ata corretta in cui ho esposto i fatti alla luce di come abbiamo lavorato al bilancio. Sono serena». Secondo indiscrezi­oni la sindaca si sarebbe difesa sostenendo che il diritto amministra­tivo le permetteva una mossa del genere (citando il principio di competenza finanziari­a potenziata).

In questo momento siamo sotto attacco Stanno provando ad accerchiar­ci Luigi Di Maio Ho chiarito quello che c’era da chiarire È stata una chiacchier­ata corretta Chiara Appendino

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(LaPresse) In Procura La sindaca di Torino Chiara Appendino con l’assessore al Bilancio Sergio Rolando (a destra) e il capo di Gabinetto Paolo Giordana (al centro)

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