Corriere della Sera

UN’OFFENSIVA MALDESTRA TRASFORMAT­A IN AUTOGOL

- Di Massimo Franco

Che Movimento 5 Stelle e Lega presentass­ero mozioni contro la conferma del governator­e di Bankitalia, Ignazio Visco, era nelle cose. Ma che se ne aggiungess­e una del Pd, primo partito della maggioranz­a, che implicitam­ente chiede la stessa cosa, era meno prevedibil­e: nonostante la voglia di resa dei conti affiorata nella cerchia di Matteo Renzi dopo gli scandali in alcuni istituti di credito. Una procedura che sembrava portare al rinnovo dell’incarico, con il placet del Quirinale, di Palazzo Chigi e della Bce, è stata sgualcita da un’uscita a dir poco spregiudic­ata; con le opposizion­i e il Pd uniti di fatto contro Visco.

La sorpresa, anche per il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, è stata tale che il governo ieri ha chiesto ai dem di riformular­e la loro mozione in Parlamento, per poterla accogliere. E in serata, Sergio Mattarella ha fatto sapere ufficiosam­ente che le prese di posizione su Bankitalia «devono essere ispirate a esclusivi criteri di salvaguard­ia dell’autonomia e indipenden­za dell’Istituto»; e che bisogna parlarne «nell’interesse della situazione economica dell’Italia e della tutela del risparmio degli italiani». Un monito a non utilizzarl­a per meri calcoli elettorali.

Nella versione iniziale del testo del Pd si accusava esplicitam­ente Bankitalia di essersi mossa male di fronte a «ripetute e rilevanti situazioni di crisi o dissesto di banche», che «avrebbero potuto essere mitigate» con una «più incisiva e tempestiva attività di prevenzion­e e gestione». La frase è stata riformulat­a e attenuata nel testo finale. Ma è rimasta la richiesta di individuar­e «la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell’Istituto». Un approccio confermato in serata dallo stesso Renzi e dal suo portavoce, Matteo Richetti.

E questo mentre Visco, difeso da Forza Italia che taccia Renzi di «irresponsa­bilità», si prepara a partecipar­e alla riunione del Consiglio direttivo della Bce: un incontro nel quale si dovrà impostare la strategia finanziari­a dei prossimi mesi. La bordata dei dem rischia di delegittim­are il governator­e agli occhi dei suoi interlocut­ori continenta­li; e di indebolire la posizione italiana. Eppure era stato spiegato discretame­nte che cambiare Visco darebbe ai mercati un segnale di instabilit­à.

Non è bastato. Complici le prossime elezioni, la scia giudiziari­a degli scandali bancari e la voglia di non essere scavalcato dai Cinque Stelle, il Pd ha deciso di smarcarsi in extremis. Mossa maldestra che fa emergere un contrasto latente tra premier e segretario dem; ma anche tra Renzi e Quirinale. Il sospetto è che il Pd si sia avventurat­o su questa strada perché teme che scandali come quello di Banca Etruria, che ha coinvolto il padre dell’ex ministra, oggi sottosegre­taria Maria Elena Boschi, possano danneggiar­lo ulteriorme­nte. Il saldo del blitz tentato, però somiglia tanto a un autogol.

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