Corriere della Sera

«Non abbiamo fatto nomi, ma serve un nuovo passo»

- Dino Martirano

«Non è un’ invasione di campo né una mancanza di rispetto nei confronti del presidente, la cui elezione è stata da noi sostenuta fino alla rottura con il partito (FI, ndr) che ci aveva garantito l’appoggio alla riforma costituzio­nale». La deputata torinese Silvia Fregolent è la prima firmataria della mozione sulla guida della Banca d’Italia e dice di essere «serena» anche dopo la reazione del Capo dello Stato.

Dal Quirinale, su Bankitalia, c’è stato un richiamo al «rispetto dei ruoli» degli organi della Repubblica.

«Semmai questo si può dire delle mozioni di altri partiti. Il nome di Visco noi non lo abbiamo mai fatto».

Però la nomina del governator­e spetta al Quirinale su proposta di Palazzo Chigi e il Pd ora indica il criterio della discontinu­ità.

«Il Parlamento non può occuparsi della banche solo quando deve fare il lavoro scomodo. Noi ci abbiamo messo la faccia votando 8 decreti. Ora, nel rispetto delle istituzion­i, diciamo solo che serve un nuovo impulso». Tradotto, vuol dire che Visco non va confermato? «La mozione non dice questo. La nuova mission della Banca d’Italia è quella di restituire ai cittadini la fiducia nel sistema bancario che ha subito un serio colpo di credibilit­à. Serve un cambio di passo che potrebbe essere affidato allo stesso Visco».

Eppure quella del Pd appare come una mozione di sfiducia «ad personam» per il governator­e uscente.

«Se fosse così, avremmo fatto il nome di Visco».

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Alla Camera Silvia Fregolent, 45 anni, del Pd

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