Rosa, l’adolescente napoletana finita nella rete estremista
Scomparsa lo scorso maggio da Sant'Antimo, potrebbe essere stata rapita e portata all'estero
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Li hanno abbracciati e hanno promesso di aiutarli: chissà se i genitori di Ali Qasib erano sinceri, ma quelli di Rosa Di Domenico, almeno, adesso hanno una speranza in più. L’incontro tra le famiglie della ragazza scomparsa lo scorso maggio da Sant’Antimo, in provincia di Napoli, e del giovane pachistano che è sospettato di averla rapita e portata all’estero, è avvenuto nei giorni scorsi a Brescia, dove i Qasib vivono. Un ampio servizio sarà trasmesso stasera dalla trasmissione «Chi l’ha visto?», che da mesi segue il caso. Intanto prosegue il lavoro dei magistrati: le inchieste sono tre. Il primo fascicolo è quello aperto dal pm di Napoli Nord Rossana Esposito, che indaga per sequestro di persona. C’è poi il fascicolo sulle immagini porno che Rosa è stata costretta a inviare al pachistano: il reato è di competenza distrettuale e dunque se ne occupa il pm di Napoli Luigi Santulli. Il terzo fascicolo, aperto di recente, è quello che forse potrebbe portare a una svolta: il procuratore aggiunto di Napoli, Rosa Volpe, indaga per terrorismo. Ci sono elementi per ritenere, infatti, che Ali Qasib sia in contatto con persone legate all’estremismo islamico. È stato aggiunto anche un nuovo tassello al mosaico: poche ore prima di scomparire, la ragazza ha incontrato a Sant’Antimo un giovane pachistano amico di Ali, che le ha consegnato un telefono. La fuga, dunque, era stata organizzata. Ma non si tralascia alcuna pista: proprio ieri sono stati inviati alla gendarmeria francese i risultati del test del Dna cui si sono sottoposti i genitori di Rosa. Saranno comparati con il Dna di una giovane donna morta e non ancora identificata, le cui caratteristiche fisiche corrispondono a quelle dell’adolescente.