Corriere della Sera

L’amica Caroline «Sentiva vicina la fine E mi disse: vai via»

- F. Bat.

molto». A Caroline si tronca la voce. Apre il telefonino e fa parlare lo schermo. C’è l’ultimo messaggio ricevuto da Daphne, domenica sera alle 20.25. Parole che ammutolisc­ono: «Sento che il tempo si sta esaurendo — scriveva la giornalist­a, neanche venti ore prima d’essere uccisa —. Ci sono così tante cose che volevo fare e non ho fatto...». Caroline, dieci anni meno di Daphne, premiata per il suo lavoro dalla Commission­e Ue, nel 2016 aveva già smascherat­o il governo Muscat (lo scandalo Gaffarena) rivelando le mazzette sul petrolio. Poi di colpo ha mollato la penna ed è entrata in politica, nelle file dell’opposizion­e.

Non ha continuato perché aveva paura?

«Non sono mai stata una giornalist­a di parte. Ma i giornalist­i spesso sono impossibil­itati a lavorare. E a un certo punto ho deciso che dovevo prendere una posizione, se volevo fermare la corruzione di questo Paese».

Che è ovunque, scriveva Daphne...

«Ma con questo governo ha raggiunto livelli inaccettab­ili. Daphne era molto controvers­a, non sempre io e lei andavamo d’accordo, ma la sua resilienza era enorme. Nessuno la fermava. Quel che è successo è senza precedenti, segna una linea di non ritorno nella storia di Malta. Non so se c’entrino solo i Panama Papers. So che noi giornalist­i viviamo quell’inchiesta come una sconfitta, perché nulla è cambiato».

Il premier si era dimesso...

«Ed è tornato. Le elezioni sono state una grande delusione. In un qualsiasi altro Paese, questa classe politica sarebbe stata spazzata via. In Pakistan, per i Panama Papers, il primo ministro si è dimesso. Questi politici invece sono tornati subito ai loro posti. Mesi fa, mi era venuta la tentazione di andarmene».

Via da Malta?

«Me l’aveva detto anche Daphne, vedendomi così delusa: perché non te ne vai? È una situazione difficile per la democrazia. Va bene combattere, ma se vedi da dentro certe cose... Oggi però sono andata dov’è morta lei. Uno choc. Il vuoto che ha lasciato è enorme e noi non possiamo mollare. Ho deciso che resto qui a combattere, come faceva lei».

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