Corriere della Sera

«Bene la democrazia diretta. Alle urne almeno il 30%»

Buffagni, l’uomo del Nord nei 5 Stelle: siamo aperti al dialogo con tutti, anche con Confindust­ria

- Emanuele Buzzi

«Domenica mi aspetto la vittoria del Sì, ma per noi è già un successo il fatto che si voti: è “democrazia diretta”, il sogno di Gianrobert­o Casaleggio. Come sapete, il quesito è stato scritto da noi e poi votato dal centrodest­ra»: Stefano Buffagni, consiglier­e lombardo e uomo nuovo del Movimento al Nord, spiega il suo punto di vista sul referendum: «Bisogna aprire un dibattito sulle necessità dei territori, che hanno tra loro esigenze diverse. Serve dare più autonomia a chi dimostra di saper gestire le risorse».

Che affluenza vi aspettate?

«Mi auguro ci sia almeno un voto in più rispetto al Referendum sulle trivelle (in Lombardia fu il 30,4%, ndr) : milioni di cittadini. Un voto che non potrà essere ignorato».

Perché il Movimento non si sta spendendo per il voto?

«Scherza? Siamo sui territori giorno e notte a spiegare il contenuto».

E perché non andate in tv?

«Fare politica non è occupare le tv come fa Salvini, promuovend­o solo se stesso. Lui non ha la minima idea di come funzionano le autonomie locali e si vede quando parla di residuo fiscale e di miliardi di euro alla Lombardia. Nessun euro verrà tolto ad altri territori. Dal centrodest­ra abbiamo avuto solo strumental­izzazioni e demagogia».

Con la Lega siete allo scontro ma è uno dei pochi interlocut­ori se volete governare.

«I nostri interlocut­ori sono i cittadini».

Al Nord nei sondaggi brillate poco, perché?

«Non amo analizzare i sondaggi: è speculazio­ne. Di sicuro non ci aiuta la retorica che vuole il Nord ricco e dinamico: corruzione, troppa burocrazia, tasse e inefficien­za continuano a frenare il settentrio­ne».

Avete ambizioni governiste ma anche preclusion­i verso il mondo finanziari­o...

«Ascoltiamo tutti, ma portiamo avanti le nostre idee con convinzion­e».

Anche Assolombar­da o Confindust­ria?

I sondaggi Noi male nei sondaggi al settentrio­ne? Colpa della retorica del Nord ricco e produttivo

«Certo, ma tenendo presente che uno Stato ha il dovere di difendere le sue imprese e che deve farlo nell’interesse della collettivi­tà».

A volte si è smarcato dalle posizioni ufficiali M5S, come per l’opa su Mediaset.

«Non è esatto, Mediaset è un’importante azienda e va salvaguard­ata nel rispetto delle norme e della legge: vi lavorano migliaia di profession­isti che dobbiamo tutelare».

Ormai siamo in un mondo globalizza­to però.

«Non si può tollerare di veder finire in mani straniere degli asset fondamenta­li come già successo con Telecom, Edison o Parmalat. È inaccettab­ile come Calenda ha gestito la vicenda Fincantier­i-Stx: vendono come un successo la genuflessi­one agli interessi francesi».

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Chi è Stefano Buffagni, 34 anni, consiglier­e lombardo e uomo M5S al Nord

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