Le battaglie tra robot dei cartoni animati? Adesso diventano realtà
Organizzata una vera sfida tra prototipi creati in Usa e Giappone Alti 5 metri, pesano tonnellate: hanno gli artigli e sparano (vernice)
Il grande giorno, alla fine, è arrivato. Ci sono voluti due anni per organizzare il combattimento, raccogliere i soldi, stabilire nei minimi dettagli la regia televisiva dell’evento. La sfida è partita dall’America, quando i tecnici della MegaBots hanno terminato la costruzione di un nuovo modello. Il tipaccio si muove (con un’incredibile agilità, tutto sommato) su un poderoso paio di cingoli, è alto circa cinque metri e pesa svariate tonnellate. Spara delle micidiali palle di vernice, che vanno quasi tutte a segno grazie a un sofisticatissimo sistema di puntamento. La sua forma ricorda vagamente quella di un giocatore di football con tutta l’attrezzatura addosso.
Non chiedetemi come e perché, ma ha un’aria timida e impacciata, del tipo rozzo-colcuore-d’oro. L’unico problema di Eagle Prime — questo è il suo nome — è la solitudine del prototipo. Gli ingegneri della MegaBots avrebbero potuto costruirgli una fidanzata, ma si sa che questi robot amano solo andare in cerca di nemici da combattere. Ed è così che si sono guardati un po’ in giro, per non fare intristire il loro pupillo nella sua sterile perfezione tecnologica. E si sono accorti che in Giappone un’altra ditta, la Suidobashi Heavy Industries, aveva realizzato un amichetto ideale.
Il suo nome è Kuratas, ed è un po’ più piccolo del suo antagonista americano. Kogoro Kurata, il capo della Suidobashi, ha subito accettato l’idea di far combattere i due robot. Ma ha preteso che si azzuffassero Eagle Prime Il robot americano (sotto) è alto quasi cinque metri e spara proiettili di vernice grandi come palle di cannone davvero, tentando di farsi a pezzi a vicenda per mezzo delle terribili tenaglie di cui sono dotati. Nelle dichiarazioni che hanno preceduto l’incontro, Kogoro Kurata, che ama indossare come un mantello la bandiera giapponese, si è mostrato molto sicuro di sé. Tutto sommato, ha tenuto a ricordare ai fan, i combattimenti fra robot giganti sono una parte importante dell’identità culturale giapponese. Al momento di consegnare questo articolo, non sono in grado di indicare, a causa del fuso orario, chi ha avuto la meglio nella terribile zuffa.
Posso solo confessare, non me ne vogliano i tifosi di Eagle Prime, che Kuratas mi sembra più cattivo, più determinato. Dovessi fare una scommessa, è sul giapponese che punterei i miei soldi. Ma quello che oggi tutti possiamo festeggiare è il passaggio dal cartone animato, il più impossibile dei mondi immaginari, alla realtà, benedetto dalla diretta tv. Quando ho letto la notizia della sfida tra robot, per una imprevedibile associazione di idee, mi è venuto in mente il più bel racconto di boxe che abbia mai letto. Si intitola, nella traduzione italiana, «Una bella bistecca»