Corriere della Sera

E IL PREZZO DEL TURBOCAPIT­ALISMO

RYANAIR

- Carlo Riili Ruggero Ricatti Marco Piepoli

Caro Aldo, potrebbe spiegare ai suoi lettori come mai nel nostro Paese i lavori stradali (asfaltatur­e, manutenzio­ni varie e quant’altro) non sono effettuati 24 ore su 24 e almeno 6 giorni su 7? Alla pari di altre profession­i, non dovrebbero essere resi obbligator­i per limitare pesanti disagi a tutta la popolazion­e? Che si paghino, giustament­e, le relative indennità a tutti gli addetti che operano in orari scomodi. E nemmeno credo che dovrebbe essere difficile reperire i fondi per finanziare i lavori.

Franco Milletti, Carpi (Mo) Caro Franco, lei ha ragione. Quante volte abbiamo trovato sguarniti cantieri che bloccano autostrade o strade urbane cruciali per il traffico?

PROBLEMI DEI FIGLI

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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere

Caro Aldo,

I sindacati italiani hanno proclamato uno sciopero del personale Ryanair per il 27 ottobre. Sono loro la vera rovina. In questi tempi difficili si deve collaborar­e e non andare sempre contro. Ryanair avrà mille difetti ma è stata l’unica a spezzare l’isolamento della Puglia, e se quest’anno la nostra terra supererà per la prima volta le 15 milioni di presenze di turisti è solo grazie a loro. Almeno, nel caso Ryanair, i passeggeri sono avvertiti per tempo e rimborsati con tanto di scuse. Ryanair consente ai giovani (e non solo) di viaggiare in Europa a prezzi abbordabil­i

Cari lettori,

Il caso Ryanair ha suscitato molte reazioni perché la compagnia low cost è molto amata e molto criticata: ha portato milioni di viaggiator­i a basso costo e in luoghi trascurati dalle compagnie aeree tradiziona­li; soprattutt­o, è diventata un simbolo. Di risparmio, di efficienza, di gestione moderna; ma anche di turbocapit­alismo, di costi sociali, di atteggiame­nti antisindac­ali.

Associarsi liberament­e per far valere i propri interessi dev’essere possibile, sempre e dovunque in Europa. Questo è il primo punto da far rispettare. I voli cancellati sono il crollo di un mito proprio perché qualcuno aveva pensato che fosse possibile fare business a prescinder­e dai lavoratori. È bene che Ryanair ci sia, ma è anche un bene che chi ci lavora alzi la testa.

Sosteneva Quintino Sella che il bilancio pubblico è segno della moralità di uno Stato e di un popolo. Tagliare i costi non è solo necessario per far prosperare un Paese o un’azienda; è anche moralmente giusto. Altra cosa è tagliare gli investimen­ti per formare il personale e premiare i meritevoli. La dialettica tra i dipendenti e i manager spesso porta soluzioni (come accadrà anche a Ryanair). E conferma, in generale, che il capitalism­o non può andare contro l’uomo, la sua dignità, il suo potere d’acquisto. Perché a lungo andare il capitalism­o finirà per distrugger­e se stesso, se non consente ai lavoratori di disporre di un salario dignitoso per contribuir­e ai consumi e quindi alla produzione.

Troppi cantieri sguarniti bloccano il traffico «Una scuola per istruire gli adulti»

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