Il record di Wall Street a quota 23 mila punti Pieno di utili per le banche
Wall Street segna un altro record: in una seduta contrastata per la prima volta il Dow Jones ha superato la soglia dei 23 mila punti, anche se poi ha chiuso appena sotto, a 22.997,44 punti (+0,18%). Un segnale di fiducia alla vigilia dell’anniversario di uno dei peggiori crac della storia, ribattezzato il Lunedì nero. Vent’anni fa, il 19 ottobre 1987, il Dow Jones perse 508 punti d’un colpo, con un calo del 22,6%, portando giù le Borse di tutto il mondo. Oggi è un’altra musica e sui mercati regna l’ottimismo. Dall’inizio dell’anno il Dow Jones ha guadagnato il 13,6% e il 19,2% dall’elezione di Donald Trump lo scorso novembre. A spingere gli indici americani, nelle ultime settimane, hanno contribuito i risultati aziendali del terzo trimestre, migliori delle attese, come ha ricordato anche il presidente Usa in un tweet esprimendo «felicità». Ieri c’era attesa per le trimestrali di Goldman Sachs e Morgan Stanley, che hanno sorpreso ancora una volta gli analisti, superando le stime. I due istituti hanno compensato la flessione registrata nel trading dei bond, che penalizza l’intero settore, con nuovi prodotti e servizi. Gli investimenti di private equity hanno ingrossato gli utili di Goldman Sachs, mentre l’unità di wealth management ha permesso a Morgan Stanley di ottenere ricavi e margini record. Ma sul listino Goldman ha perso il 2,6%, mentre Morgan ha guadagnato lo 0,4%.
Che cosa sta succedendo sui mercati? All’esuberanza delle Borse (ma ieri l’Europa ha chiuso con il segno meno) concorrono indicatori macroeconomici positivi, la disoccupazione è scesa ai minimi storici (4,2% a settembre) e, a dispetto di un’inflazione ancora debole, gli investitori scommettono su un terzo rialzo dei tassi entro fine anno. «Questo è il modo in cui il mercato Toro termina», ha però messo in guardia Savita Subramanian, strategist dell’azionario di Bank of America Merrill Lynch a Cnbc. «La gente sta iniziando a comprare il sogno che l’azionario possa salire. Questo è ciò di cui mi preoccupo».