Le quotazioni della Yellen oscillano più dei mercati
(g. sar.) Già da qualche giorno Donald Trump ha cominciato la selezione dei candidati al vertice della Federal Reserve. Nella rosa figurano Kevin Warsh, Jerome Powell, John Taylor e il consigliere economico della Casa Bianca, Gary Cohn. Domani «The Donald» incontra Janet Yellen (foto), presidente nominata da Barack Obama e in carica dal 3 febbraio 2014. Secondo le voci di Washington, Yellen non avrebbe molte possibilità di essere confermata. Dalla sua parte c’è solo una frase di Trump, pronunciata in un’intervista al Wall Street Journal, lo scorso luglio: «Mi piacerebbe che i tassi di interesse rimanessero bassi. E Janet è stata storicamente una persona da tassi di interesse bassi». Se sarà solo questo il criterio, allora Yellen appare in vantaggio rispetto almeno a uno dei concorrenti più quotati: Taylor, economista della Stanford University. Il presidente americano lo ha visto una settimana fa. Taylor è uno dei critici più radicali della politica monetaria corrente. Tra le altre cose teorizza l’adozione di un modello matematico per fissare il livello del costo del denaro. Ma, secondo le stime richiamate dallo stesso Wall Street Journal, se fosse stata applicata la Taylor rule, oggi il tasso di interesse sarebbe al 3,5%, molto al di sopra dell’attuale 1-1,25%. E, probabilmente, Trump non avrebbe apprezzato.