Nicolò, sedotto dal passato «Così racconto i migranti in un poema scritto in latino»
Non ha bisogno di tempo per riflettere. «Latino, greco, le epoche antiche, possono a prima vista sembrare anacronistici. Ma se non ci fosse nessuno a studiare e tutelare il passato, dove andremmo a finire? Guai ad abbandonare l’approfondimento e la conoscenza, il rischio di una mistificazione, della storia piegata a seconda delle convenienze, è altissimo». E aggiunge: «Comunque sono digitale come chi frequenta il Politecnico, e non vedo contraddizioni».
Campodonico ha appena ricevuto un premio, il Certamen Latinum (gara in latino) «Nova Humanitas» della Sapienza di Roma. Ai partecipanti era richiesta una composizione originale, in prosa o poesia, scritta nella lingua dell’antica Roma. Lui, fan di Virgilio, ha scritto 250 versi esametri, il «Bucolici Carminis Ecloga» (Ecloga di un carmine bucolico). Il testo ha conquistato la giuria dell’Università capitolina che gli ha assegnato il primo posto, sottolineando la «notevole perizia metrica e linguistica», il contenuto originale della storia e lodando «l’inserimento di una neoformazione linguistica: scaphistae» (che è come dire: ha inventato una parola).
Ma cosa c’entra scafista con il latino? Passo indietro e andiamo al tema del Certamen. Il titolo: «Sic caelum atque animum mutant qui trans mare currunt», così coloro che attraversano il mare mutano il