May ai cittadini Ue: potete restare tutti
La lettera aperta della premier britannica, mentre si decide sulla fase 2 dei negoziati per la Brexit
Theresa May si rivolge direttamente ai tre milioni di europei che vivono nel Regno Unito. E promette: dopo la Brexit, avrete il diritto di restare qui, voi e le vostre famiglie. La mossa arriva all’inizio del vertice europeo, che si apre oggi a Bruxelles e si conclude domani: una riunione nella quale si dovrà decidere se sono stati fatti progressi sufficienti nelle trattative fra Londra e la Ue, in modo da poter passare alla fase 2, quella dedicata a definire le future relazioni fra Gran Bretagna e Unione Europea. Per questo la premier britannica mette sul piatto la più esplicita rassicurazione mai fatta finora sul futuro dei residenti europei.
In una lettera aperta indirizzata ai cittadini Ue che vivono nel Regno Unito, Theresa May sostiene di «essere stata chiara durante tutto questo processo che i diritti dei cittadini sono la mia prima priorità». E respinge l’accusa «di aver trattato gli europei come moneta di scambio». Poi la promessa solenne: «I cittadini Ue che vivono nel Regno Unito hanno dato un enorme contributo al nostro Paese. E vogliamo che loro e le loro famiglie restino. Non potrei essere più chiara: i cittadini europei che vivono oggi legalmente nel Regno Unito saranno in grado di restare».
Il messaggio è stato postato sulla pagina Facebook di Downing Street e inviato direttamente per email ai centomila europei che avevano scritto al governo chiedendo chiarimenti sui loro diritti. La premier britannica sostiene che le due parti sono vicinissime a un accordo: «E con flessibilità e creatività da entrambe le parti, sono fiduciosa che potremo concludere le discussioni sui diritti dei cittadini nelle prossime settimane».
Il governo di Londra mostra di preoccuparsi anche dell’aspetto pratico della regolarizzazione dei residenti europei: nei mesi scorsi era scoppiato il caso del famigerato questionario di 85 pagine da compilare online. Ora si promette una procedura semplificata: ma soprattutto si annuncia la creazione di una specie di commissione mista, cui parteciperanno i rappresentanti dei cittadini Ue, che dovrà monitorare l’implementazione del sistema per ottenere lo status di residenti permanenti.
Theresa May conclude la lettera dicendo di sperare che «queste rassicurazioni forniscano ulteriore certezza ai milioni di persone che erano comprensibilmente ansiose riguardo a ciò che la Brexit avrebbe significato per il loro futuro». Ma resta da vedere se tutto ciò sarà ritenuto sufficiente dagli altri leader europei: che vogliono impegni precisi anche sul «conto del divorzio», ossia su quanto Londra dovrà versare nelle casse comunitarie per evitare che si apra un buco imprevisto dopo la sua uscita.
Ormai il tempo stringe: se non si passa rapidamente a discutere dei futuri rapporti fra la Gran Bretagna e la Ue, cresce di giorno in giorno il rischio che nel marzo del 2019 Londra si ritrovi fuori dall’Unione senza un accordo-cuscinetto. E già da un po’ sulla stampa inglese si rincorrono gli scenari: dall’esercito schierato alle dogane per far fronte al blocco della circolazione delle merci, ai collegamenti aerei interrotti fra l’Europa e il Regno Unito. Nessuno dice di voler arrivare a tanto. Ma nessuno si sente più di escluderlo.