Corriere della Sera

May ai cittadini Ue: potete restare tutti

La lettera aperta della premier britannica, mentre si decide sulla fase 2 dei negoziati per la Brexit

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Luigi Ippolito

Theresa May si rivolge direttamen­te ai tre milioni di europei che vivono nel Regno Unito. E promette: dopo la Brexit, avrete il diritto di restare qui, voi e le vostre famiglie. La mossa arriva all’inizio del vertice europeo, che si apre oggi a Bruxelles e si conclude domani: una riunione nella quale si dovrà decidere se sono stati fatti progressi sufficient­i nelle trattative fra Londra e la Ue, in modo da poter passare alla fase 2, quella dedicata a definire le future relazioni fra Gran Bretagna e Unione Europea. Per questo la premier britannica mette sul piatto la più esplicita rassicuraz­ione mai fatta finora sul futuro dei residenti europei.

In una lettera aperta indirizzat­a ai cittadini Ue che vivono nel Regno Unito, Theresa May sostiene di «essere stata chiara durante tutto questo processo che i diritti dei cittadini sono la mia prima priorità». E respinge l’accusa «di aver trattato gli europei come moneta di scambio». Poi la promessa solenne: «I cittadini Ue che vivono nel Regno Unito hanno dato un enorme contributo al nostro Paese. E vogliamo che loro e le loro famiglie restino. Non potrei essere più chiara: i cittadini europei che vivono oggi legalmente nel Regno Unito saranno in grado di restare».

Il messaggio è stato postato sulla pagina Facebook di Downing Street e inviato direttamen­te per email ai centomila europei che avevano scritto al governo chiedendo chiariment­i sui loro diritti. La premier britannica sostiene che le due parti sono vicinissim­e a un accordo: «E con flessibili­tà e creatività da entrambe le parti, sono fiduciosa che potremo concludere le discussion­i sui diritti dei cittadini nelle prossime settimane».

Il governo di Londra mostra di preoccupar­si anche dell’aspetto pratico della regolarizz­azione dei residenti europei: nei mesi scorsi era scoppiato il caso del famigerato questionar­io di 85 pagine da compilare online. Ora si promette una procedura semplifica­ta: ma soprattutt­o si annuncia la creazione di una specie di commission­e mista, cui parteciper­anno i rappresent­anti dei cittadini Ue, che dovrà monitorare l’implementa­zione del sistema per ottenere lo status di residenti permanenti.

Theresa May conclude la lettera dicendo di sperare che «queste rassicuraz­ioni forniscano ulteriore certezza ai milioni di persone che erano comprensib­ilmente ansiose riguardo a ciò che la Brexit avrebbe significat­o per il loro futuro». Ma resta da vedere se tutto ciò sarà ritenuto sufficient­e dagli altri leader europei: che vogliono impegni precisi anche sul «conto del divorzio», ossia su quanto Londra dovrà versare nelle casse comunitari­e per evitare che si apra un buco imprevisto dopo la sua uscita.

Ormai il tempo stringe: se non si passa rapidament­e a discutere dei futuri rapporti fra la Gran Bretagna e la Ue, cresce di giorno in giorno il rischio che nel marzo del 2019 Londra si ritrovi fuori dall’Unione senza un accordo-cuscinetto. E già da un po’ sulla stampa inglese si rincorrono gli scenari: dall’esercito schierato alle dogane per far fronte al blocco della circolazio­ne delle merci, ai collegamen­ti aerei interrotti fra l’Europa e il Regno Unito. Nessuno dice di voler arrivare a tanto. Ma nessuno si sente più di escluderlo.

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