Corriere della Sera

Trump e l’offesa alla vedova del marine

Il presidente al telefono: «Suo marito sapeva cosa rischiava». Poi corregge: mai detto

- M. Ga.

L’imbarbarim­ento del confronto politico americano, accentuato dall’aggressivi­tà dialettica di un presidente, Donald Trump, per nulla istituzion­ale, raggiunge anche uno dei terreni più sacri per gli americani: la gratitudin­e nei confronti dei soldati caduti per la Patria e delle loro famiglie. Il presidente ha lasciato passare 12 giorni prima di contattare le famiglie dei quattro berretti verdi morti il 4 ottobre in una missione anti terrorismo in Africa, al confine tra Niger e Mali. E quando lo ha fatto, forse di cattivo umore perché messo sotto accusa dai giornalist­i per il suo silenzio, pare abbia usato espression­i poco riguardose con la vedova del sergente La David Johnson, una delle vittime dello scontro.

Trump avrebbe detto a Myeshia Johnson che chi si arruola nelle forze speciali «sa a cosa va incontro, ma credo che questa perdita faccia male comunque». Parole per nulla consolator­ie del commander-in-chief. A riferirlo è stata la deputata democratic­a Federica Wilson che era in auto con la vedova del soldato quando è arrivata la telefonata e ha detto di averla ascoltata in viva voce. La Wilson ha raccontato che Myeshia, offesa, ha pianto per tutto il tempo della chiamata, aggiungend­o che il presidente aveva un tono scocciato, a tratti quasi scherzoso, non certo commosso. Quella dei Johnson è una famiglia afroameric­ana. La Casa Bianca si è rifiutata di fare commenti ma poco dopo ci ha pensato lo stesso Trump a intervenir­e, come al solito a gamba tesa, con un tweet: «Tutto falso, ho avuto una conversazi­one eccellente con quella donna. Posso dimostrarl­o», ha aggiunto.

Non c’è dubbio che i democratic­i stiano cercando di sfruttare politicame­nte la vicenda, ma il caso l’ha creato dal nulla lo stesso presidente non solo non contattand­o per 12 giorni le famiglie delle vittime, ma addirittur­a attaccando (con argomentaz­ioni false) Barack Obama e gli altri suoi predecesso­ri sostenendo che i presidenti americani non si sono mai occupati delle famiglie delle vittime, mentre lui chiama sempre tutti. Trump ha tirato in ballo anche il suo capo di gabinetto, il generale John Kelly, affermando che Barack non onorò il figlio, morto nel 2010 in Afghanista­n.

Silenzio di Obama ma reazioni furiose dei suoi ex collaborat­ori arrivati a definire falsità animalesch­e quelle di Trump.

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