Corriere della Sera

Liberato il prete rapito in Nigeria «Trattato bene, ma ho avuto paura»

Don Maurizio Pallù era scomparso il 12 ottobre. «Mai pensato a terroristi islamici»

- (Ansa) Ilaria Sacchetton­i

«Siamo stati trattati abbastanza bene ma ho avuto paura di morire» ha ammesso padre Maurizio Pallù, liberato a neanche una settimana dal suo rapimento nei pressi di Benin City, in Nigeria. Stamani il missionari­o del Cammino neocatecum­enale sarà a Firenze per incontrare la madre. Novantadue anni, fiduciosa fin dal principio, dice ora: «È stata la sua dolcezza a convincerl­i a rilasciarl­o».

Poi, a seguire, il sacerdote sarà ascoltato dal pubblico ministero Sergio Colaiocco che coordina l’inchiesta sul suo rapimento: «Non ho mai pensato potessero essere terroristi islamici» ha detto padre Pallù a radio Vaticana, aggiungend­o che, a suo avviso, si è trattato di criminali comuni. Per la verità l’inchiesta non ha ancora escluso alcunché. L’ipotesi per la quale si procede è sequestro di persona con finalità terroristi­che. Le modalità del rapimento erano state drammatich­e come ha ricordato lo stesso Pallù nell’intervista radiofonic­a.

«Il 12 ottobre — ha raccontato — siamo stati prelevati sulla strada. Sono venuti fuori sparando e poi ci hanno portato nella foresta. Eravamo tre, era una banda di rapitori, abbiamo camminato verso un luogo solitario e poi siamo stati lì, loro avevano poco da mangiare, ci davano quello che avevano, siamo andati avanti, abbiamo bevuto l’acqua del torrente, acqua marroncina, comunque siamo in vita. In tre siamo stati presi come ostaggi, un fratello nigeriano, una studentess­a nigeriana, e io. Ci hanno rilasciati intorno alle dieci di sera».

Inizialmen­te si era parlato di una rapina degenerata. Il timore che il missionari­o, ostaggio italiano, potesse essere ceduto alle milizie di Boko Haram l’organizzaz­ione jihadista diffusa nel Nord del Paese era molto forte. Ma, al momento, manca il riscontro all’ipotesi che potessero esserci basisti all’interno del gruppo rapinato e sequestrat­o. Dunque è difficile pensare a un’azione strutturat­a. Più facile immaginare il blitz di criminali comuni.

Quanto all’ipotesi che sia stato pagato un riscatto, padre Pallù ha detto molto sempliceme­nte di non saperne nulla. Toscano d’origine, laureato in storia, missionari­o di lungo corso, il sacerdote ha dimostrato forti capacità di adattament­o. Amico di don Ezechiele Pasotti, collaborat­ore di Kiko Arguello il fondatore del movimento neocatecum­enale, il sacerdote era stato a Fermo, ritiro spirituale dei neocatecum­enali, poche settimane fa.

Entrato nel seminario «Redemptori­s Mater» di Roma alla fine degli anni Ottanta, era stato ordinato presbitero nel 1991 e, dopo due anni come cappellano in due parrocchie romane, era divenuto parroco a Heerhurgow­aart, in Olanda. «Da padre Pallù parole di gioia senza risentimen­to» ha twittato, soddisfatt­o, il ministro degli Esteri Angelino Alfano dopo la notizia della sua liberazion­e.

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In Olanda Don Maurizio Pallù celebra messa nel periodo in cui era parroco in Olanda

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