SARÀ L’ASCESA DELLE DONNE A FERMARE LE
MOLESTIE
Leggo che Ignazio Visco non è stato considerato idoneo, e quindi incapace, di essere rinominato Governatore della Banca d’Italia. Ma fino a qualche giorno fa non era a rappresentarci ai vari incontri a livello internazionale? E che cosa penseranno i nostri partner internazionali? Non mi dica che questa situazione fa comodo a tutti così diamo un colpo al cerchio e uno alla botte. E a proposito della manovra finanziaria: da dove saltano fuori i 20 miliardi di euro tanto decantati dal presidente del Consiglio Gentiloni e dal ministro delle Finanze Padoan?
Massimo Bardelli
Difficile escludere una qualche responsabilità di Bankitalia nelle crisi che hanno coinvolto tante banche, sia per l’avallo concesso alla nomina di molti amministratori rivelatisi incapaci o felloni, sia per non avere adottato con la dovuta tempestività le misure più opportune per fronteggiare gli episodi di mala gestione rivelati proprio dalle azioni di vigilanza. L’alta considerazione di cui gode la Banca d’Italia anche in campo internazionale e la giusta salvaguardia del prezioso patrimonio di conoscenze e di professionalità che ha sempre caratterizzato Via Nazionale non dovrebbe impedire un giudizio franco e onesto sui limiti oggettivi della sua azione nel prevenire ed arginare le crisi che hanno danneggiato il sistema e tanti risparmiatori. Carlo G. Lorenzetti
Settimanni
CLEMENTE REBORA
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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Caro Aldo,
a proposito della vicenda Weinstein, con tutta la comprensibile solidarietà nei riguardi delle vittime, si dice che queste avrebbero perduto il lavoro. Ma il mondo lavorativo abbonda di donne che, chiamate a scegliere tra dignità e lavoro, scelgono la prima. Invece, col loro silenzio, hanno reso possibile che altre colleghe fossero oggetto degli abusi del produttore.
Caro Delio,
Ricordate quando nel 1991 in America erano sotto processo per violenza sessuale Mike Tyson e William Kennedy? Il primo venne condannato, il secondo assolto. I giudici valutarono in un caso che c’era stata un’aggressione, nel secondo che l’atto fosse consenziente, o meglio che mancassero le prove che non lo fosse. La violenza sessuale può presentare sul piano giudiziario aspetti completamente diversi, che integrano il medesimo reato. C’è l’aggressione fisica, come quella sulla spiaggia di Rimini, o quelle particolarmente odiose contro le minorenni che Edgar Bianchi, il maniaco di Genova liberato troppo presto, ha potuto riprendere a commettere a Milano, incredibilmente non controllato. Altre volte c’è una volontà che si impone su un’altra non manifestamente esplicitata: casi complessi, che portano in giudizio a sentenze totalmente diverse a seconda delle circostanze (e delle capacità di pm e avvocati). Poi c’è il «do ut des»: uno scambio tra favori sessuali e favori lavorativi; più una forma di mercimonio che di violenza. Nell’importante intervista a Emilia Costantini del Corriere, Claudia Cardinale raccontava non solo un’aggressione subìta da uno sconosciuto, ma anche il rapporto di dipendenza psicologica, professionale e fisica che la legò al produttore Franco Cristaldi, il quale giunse a imporle il matrimonio. Perché anche l’amore (ma è possibile chiamarlo così?) può essere un rapporto di forza.
Non vale dire: si è sempre fatto, il mondo va in questo modo. Desta impressione la catena di denunce di questi giorni. Sono le attrici a diventare un mito; ma l’industria dello spettacolo è tradizionalmente in mani maschili. A parte ovviamente i reati da sanzionare, la questione nel tempo sarà risolta solo da un cambiamento culturale degli uomini, e anche dalla formidabile ascesa delle donne in tutti i campi; compreso Hollywood. Più potere avranno le donne, meno casi Weinstein ci saranno.
Il caso del Governatore Ignazio Visco