Draghi promuove il Jobs act: 500 mila posti di lavoro in più
«A l Jobs act in Italia ha fatto seguito un incremento di quasi mezzo milione di occupati, in ampia misura grazie alle agevolazioni per le imprese che assumevano persone con i nuovi contratti a tempo indeterminato». Parola di Mario Draghi. Il presidente della Bce è intervenuto ieri a Francoforte sulle riforme strutturali nell’Eurozona. E il Jobs act italiano è stato citato come l’esempio di una riforma strutturale efficace. Rafforzata, certo, dalle iniezioni di liquidità intervenute con la politica monetaria espansiva della stessa Banca centrale europea (la scorsa settimana il presidente della Bce aveva ricordato come grazie al quantitative easing fossero stati creati 7 milioni di posti di lavoro). Matteo Renzi non ha mancato di ringraziare Draghi a stretto giro. Tacciono invece i confederali. In particolare la Cgil che in altri frangenti aveva applaudito alle parole del presidente della Bce. In particolare quando Mario Draghi ha richiamato l’attenzione su salari che crescono troppo lentamente, rendendo più difficile l’impresa dell’Eurotower di portare l’inflazione a un tasso di crescita del 2%. «Un’importante fonte della debolezza dell’inflazione di base è stata la debole pressione inflazionistica interna — aveva detto Draghi già la scorsa primavera —. Dovuta in parte alla crescita modesta dei salari».