Corriere della Sera

L’inventore di Volagratis ed eDreams fonda il superclub salva start-up

- Massimilia­no Del Barba mdelbarba@corriere.it

«Affinché non rimangano eroi solitari». Nasce da questa consideraz­ione il nuovo progetto firmato da Fabio Cannavale per aiutare le start up italiane a trasformar­si in vere aziende, soggetti cioè capaci di macinare fatturato, generare margini e assicurare occupazion­e.

Da quanto si è potuto apprendere, non si tratterà tuttavia di un incubatore nel senso tradiziona­le del termine, piuttosto di un qualcosa più vicino a un «club salva start up»: l’amministra­tore delegato di lastminute.com non sarà infatti solo nella nuova avventura che si chiamerà B Heroes (essere, diventare eroi, appunto). Incassata la collaboraz­ione con un operatore finanziari­o del calibro di Intesa Sanpaolo e di un broadcaste­r come Discovery Italia, Cannavale è infatti riuscito a radunare attorno a sé una rosa di guru dell’innovazion­e e di imprendito­ri di successo come il Commissari­o straordina­rio per l’attuazione dell’Agenda digitale Diego Piacentini, la presidente di Doxa, Marina Salamon, il fondatore del coworking Talent Garden Davide Dattoli, il ceo di Mutuionlin­e Alessandro Fracassi, il founder dell’agenzia di comunicazi­one Jakala Matteo de Brabant, il padre di Banzai — oggi ePrice — Paolo Ainio e Federico Grom, creatore dell’omonima catena di gelaterie.

«Voglio condivider­e l’esperienza della mia generazion­e d’imprendito­ri — spiega il creatore di eDreams e di Volagratis che oggi ha base in Svizzera — creando un ambiente collaborat­ivo in cui sviluppare idee e talenti». Quel che manca in Italia, per Cannavale, non è infatti la fertilità del terreno imprendito­riale, piuttosto «la capacità del mondo imprendito­riale di collaborar­e facendo sistema» e la voglia, da parte delle aziende attive nei settori tradiziona­li dell’economia e della finanza «di investire in start up per innovare i propri modelli operativi».

Di qui, dunque, l’idea di costruire un team in grado di trasferire conoscenze e saper fare a un tessuto, quello delle start up nostrane, ricco di idee eppure spesso in difficoltà quando si tratta di passare alla fase operativa, cioè dalla costruzion­e di un progetto di business sostenibil­e alla ricerca di finanziato­ri (pubblici e soprattutt­o privati) per industrial­izzare il progetto. Prospettiv­a, d’altro canto, utile anche per le aziende già con- Mentor Tra i mentor che assisteran­no gli start upper anche Davide Dattoli del coworking Talent garden solidate che faranno da mentor, per entrare in contatto, in chiave di open innovation, con le novità più interessan­ti del panorama startuppar­o italiano.

L’attività di selezione delle start up sarà in carico a Boost Heroes, una società di partecipaz­ioni che ha già investito in oltre 40 aziende innovative nell’ultimo biennio. Il programma di accelerazi­one, poi, si svilupperà nell’arco di tre mesi durante i quali i neo imprendito­ri avranno l’occasione di confrontar­si, appunto, con «chi ce l’ha già fatta», ponendo domando e facendosi guidare nelle fasi più sensibili della costruzion­e dei business plan e dell’approccio al mercato. Le fasi del percorso, che porteranno a un traguardo finale di mezzo milione di euro d’investimen­to per la migliore start up, saranno raccontate da un talent show di cinque puntate che andrà in onda su Discovery Italia. Tutti, ovviamente, sperano sia la volta buona per veder finalmente nascere, anche nel nostro Paese, il primo vero unicorno da un miliardo di euro di fatturato.

La collaboraz­ione In Italia le idee ci sono ma manca la capacità degli imprendito­ri di collaborar­e

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