Corriere della Sera

Addio allo storico Rosario Villari Generazion­i di liceali sui suoi libri

Uno studioso marxista che rivalutò Benedetto Croce. Scrisse manuali scolastici a volte discussi

- Di Giuseppe Galasso

È scomparso, con Rosario Villari, un testimone significat­ivo della cultura italiana nel primo cinquanten­nio della Repubblica, quando nessuno pensava a una cultura priva di un simbiotico rapporto con tutta la vita nazionale, anche nei suoi travagli politici e sociali. Ne derivò agli studi italiani la taccia di un ideologism­o, per cui poi si levò in quella stessa Italia un giusto appello alla «libertà della memoria» da ogni compito di militanza altra da quella intellettu­ale e «scientific­a», che ebbe una larga eco. Venne, peraltro, da ciò alla cultura italiana un fervore di rinnovamen­to, che non riguardò affatto soltanto la cultura di sinistra.

Era anche il tempo della grande fortuna del pensiero di Antonio Gramsci, che proponeva una liberazion­e della cultura italiana dall’influenza di Benedetto Croce, che per lui ne era il primo e massimo fattore di debolezza. Negli studi storici si trattava di sostituire il modulo crociano della storia etico-politica con una storia sociale ricca di tutte le componenti del vissuto drammatico e conflittua­le della vita sociale. E tutto ciò nel calore di un’assoluta fede politica nel comunismo come meta della storia universale (Villari visse con fervore la militanza nel Partito comunista, di cui fu pure deputato).

Su questa base egli, come vari altri storici di allora, ha dato contributi storiograf­ici di grande rilievo. Si era nella dilagante passione per il mondo contadino e la sua civiltà, per la questione meridional­e come questione innanzitut­to agraria, per la storia dell’Italia unita nel suo rapporto con l’incubazion­e del fascismo. Gli studi di Villari raccolti nel suo volume Mezzogiorn­o e contadini nell’età moderna (Laterza, 1961) ne trassero valore come indicazion­e di nuove direzioni della ricerca storica. Il saggio, ivi compreso, su Àtena Lucana rimane ancor oggi esemplare di tali studi.

La sua grande antologia su Il Sud nella storia d’Italia (Laterza, 1961) fu uno dei primi sforzi di rileggere in modo organico nell’Italia postfascis­ta il grande patrimonio di pensiero e di conoscenze offerto dal poi tanto bistrattat­o e deprecato «meridional­ismo». E già allora, con La rivolta antispagno­la a Napoli (Laterza, 1967), egli individuò nella vicenda di quella rivolta il punto per lui critico e risolutivo della storia del Mezzogiorn­o in età moderna, che fu il campo in cui ha dato il suo massimo contributo storiograf­ico.

Solo molto tempo dopo egli diede alla ricostruzi­one di quel moto, che giungeva in quel volume alla vigilia del divampare della rivolta, l’annunciato completame­nto Un sogno di libertà (Mondadori, 2012). Tra gli amici correva una fiorita aneddotica sui tempi biblici di questo completame­nto. In realtà, sulle stesse basi della sua prima formazione, ma con un progressiv­o ampliament­o delle sue prospettiv­e tematiche e metodologi­che, Villari era passato in tutto quel tempo a un modulo storiograf­ico più vario e complesso, sulla cui falsariga ha dato i cospicui apporti storiograf­ici che vanno da Elogio della dissimulaz­ione a Politica barocca (Laterza, 1987 e 2010), e che ne hanno fatto uno dei nomi autorevoli della storiograf­ia europea sul Seicento.

L’importanza dei suoi studi è attestata, del resto, dal rilievo di metodo e di merito delle discussion­i che si sono avute sulle sue tesi, e non solo in Italia, e si sa che la discussion­e è sempre il miglior collaudo del valore degli studi.

A sua volta, ancora più noto egli è stato in Italia come autore di libri scolastici fra i più influenti, coi suoi volumi, editi sempre da Laterza, nella formazione delle generazion­i di studenti susseguite­si nell’ultimo mezzo secolo. Libri discussi e attaccati per l’ideologism­o politico e partitico a essi imputato. In effetti, neppure in questi libri di scuola Rosario Villari si fermò ai moduli della sua originaria fondazione. A suo tempo, dopo il 1989, scrisse un articolo, che ebbe molta eco, sulla Storia d’Europa di Croce, in cui esaltava il valore profetico di quella grande opera del filosofo di sessant’anni prima, e che fu un po’ come una implicita, ma autentica palinodia etico-politica. Nei libri per le scuole ne tenne, infatti, debitament­e conto. Che è poi la ragione del valore di testimone del suo tempo che Villari ha conservato fino all’ultimo.

Il barocco e il Sud La cultura del Seicento e il mondo contadino al centro delle ricerche più note e importanti

 ??  ?? Lo studioso Rosario Villari, scomparso a 92 anni. Storico, deputato dal 1976 al 1979 nelle file del Partito comunista italiano, era anche membro dell’Accademia dei Lincei (foto Musacchio & Ianniello)
Lo studioso Rosario Villari, scomparso a 92 anni. Storico, deputato dal 1976 al 1979 nelle file del Partito comunista italiano, era anche membro dell’Accademia dei Lincei (foto Musacchio & Ianniello)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy