Ecco i fatti che premiano l’economia antropologica
Le sinergie di una città specchio dell’Italia attiva
Ne Il Diario di uno scrutatore, Italo Calvino scrisse che «Nella politica come in tutto il resto della vita, per chi non è un balordo, contano quei due principi lì: non farsi mai troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire».
Un pensiero che si sposa benissimo per raccontare l’anima del Festival Di Pubblica Utilità che si svolge domani a Imola ed è promosso dal Comune emiliano, la Fondazione Symbola, ConAmi col supporto di Hera. L’obiettivo è spiegare, in concreto, attraverso tavole rotonde e testimonianze coinvolgenti istituzioni pubbliche, terzo settore, impresa, cosa voglia dire fare il «bene pubblico» in questa Italia proiettata verso nuovi, positivi orizzonti di sviluppo economico e sociale, confermati anche dal dato dell’1,5% di crescita del Pil e del 7,6% dell’export nazionale nei primi otto mesi dell’anno. «È un numero zero, vogliamo tentare di mettere in comunicazione mondi diversi che contribuiscono al bene pubblico — spiega Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati —, sull’entusiasmo per l’assegnazione degli ultimi Premi Nobel per l’economia a personalità che puntano molto sulle spinte antropologiche e i comportamenti umani un po’ nascosti dietro i numeri, e partendo come base dalla Costituzione Italiana che inserisce il tema della pubblicità nella sua ossatura originaria: l’articolo 3, infatti, sottolinea come sia la Repubblica a dover rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico che impediscono la partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ragioneremo, dunque, ad esempio sul baratto amministrativo, sul bonus verde e le altre nuove forme di defiscalizzazione».
Il Festival fa perciò incontrare tutti quei soggetti, dalle associazioni alle municipalità, che anziché chiedersi cosa fa il paese per loro, come domandò JFK Kennedy ai suoi connazionali, si chiedono e poi fanno qualcosa per il bene sociale. La scelta di Imola quale città ospitante, come spiega il sindaco Daniele Manca, non è dunque casuale. «Qui pubblico e Privato sono uniti in unico campo di gioco, siamo un esempio di Italia che funziona, dove una migliore comunicazione tra i soggetti favorisce pratiche di buona economia, maggiori investimenti, dalla protezione delle falde acquifere a importanti poli farmaceutici rimasti pubblici a dimostrazione che se coinvolto, il cittadino partecipa volentieri».