Dall’energia al circuito La rete dei 23 comuni fa profitti senza confini
Trecento milioni di patrimonio netto, dieci milioni di utili ogni anno da distribuire a 23 comuni per investimenti in pubblica utilità. E poi gestione robotizzata delle farmacie comunali, impianti fotovoltaici galleggianti, incubatori legati all’università per innovare. Nord Europa? No. Benvenuti a Imola, sede di Conami, acronimo di Consorzio aziende multiservizi intercomunale, ente pubblico nato più di un secolo fa come azienda municipalizzata e poi diventato un colosso pubblico, azionista di riferimento di Hera la multiutility leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici con sede a Bologna.
Conami è rigorosamente pubblica e il suo stato di salute non è un’utopia o un’eccezione che conferma la regola. E se volete un esempio basta leggere un po’ di storia dell’Autodromo di Imola, strappato al fallimento e a una fine impietosa dal consorzio. «Oggi l’autodromo Enzo e Dino Ferrari è tornato in attivo, è stato trasformato anche in un hub turistico, e ci sono ricadute sempre più importanti a livello economico per il territorio», spiega Stefano Manara, presidente di Conami.
Ma non ci si ferma. L’obiettivo è quello di rendere l’area dell’autodromo interessante anche per i non appassionati di motori con nuove strutture e nuovi confort. E non è un caso che proprio qui si svolga il festival della pubblica utilità. La storia del consorzio sembra una novella a lieto fine. S’inizia nel lontano 1903 a Imola con la nascita