Corriere della Sera

Tranquilli, c’è Mario

Mandzukic toglie dai guai i bianconeri ma che sofferenza per battere lo Sporting

- Alessandro Bocci

La Juve rimontata stavolta rimonta e porta a casa, con grande sofferenza, il primo spareggio verso gli ottavi della Champions. Ora sarà sufficient­e non perdere a Lisbona, nella tana dei Leoni, tra due settimane, quando i bianconeri dovranno essere più lucidi, brillanti, leggeri. Intanto però il risultato dello Stadium vale doppio per una serie di motivi. Il principale è che lo strappa una squadra ancora convalesce­nte dopo la rimonta di Bergamo e la sconfitta con la Lazio, non certo la vera Juve: mancano fluidità di manovra, velocità di esecuzione, intensità e continuità nel pressing. Inoltre la Signora è tradita dalle sue stelle: Dybala ha le gambe molli, Cuadrado è confusiona­rio, Higuain pur generoso non sfonda e la difesa è da brividi.

Restano anima e cuore, an- che la freddezza di rimanere in partita dopo l’autogol di Alex Sandro. Pjanic, il cui rientro è fondamenta­le, segna il pari alla mezz’ora con una magistrale punizione a foglia morta, decimo gol bianconero. Ma il sorpasso, definitivo e prezioso, arriva solo a sei minuti dal 90’ quando Allegri azzecca, bravura e fortuna, la mossa vincente: fuori l’improvvisa­to terzino Sturaro, fischiatis­simo dai tifosi e dentro Douglas Costa, ancora preferito a Bernardesc­hi. Nel giro di una manciata di secondi il brasiliano confeziona l’assist per il gol da tre punti del solito, insostitui­bile, Mandzukic, sempre a segno nelle ultime quattro di Champions in cui ha giocato.

Non è una notte semplice per la Juve. Perché lo Sporting è rognoso, occupa bene il campo, fa densità in mezzo e picchia quando serve. L’autorete di Alex Sandro evidenzia le lacune difensive degli allegriani: Cuadrado perde palla, Benatia interviene male e il brasiliano, prima di infilare Buffon dopo un rimpallo malefico, liscia il pallone e dà strada allo scatenato Gelson Martins. La Juve ha il pregio di non disunirsi. Non sbraca, non si perde d’animo, non si fa prendere dallo sconforto, né dal panico. E risale, pian piano, la china. Rui Patricio è un gatto sul diagonale millimetri­co di Khedira e sul tiro secco e ravvicinat­o di Higuain, Mathieu anticipa Mandzukic alla fine dell’azione più bella.

Barzagli, entrato all’inizio del secondo tempo per rimpiazzar­e l’infortunat­o Benatia, serve a dare maggiore compattezz­a alla difesa. Ma quando è lecito aspettarsi lo scatto in avanti della Juve, la Signora va fuori giri. Pjanic non riesce più a dettare i tempi e a far rispettare le distanze, lo spento Khedira lascia il posto a Matuidi ma le cose non cambiano, anzi se possibile peggiorano, nel senso che i bianconeri si allungano, si sfilaccian­o. E non costruisco­no lo straccio di una palla gol. La mossa di Douglas è quella della disperazio­ne. Ma Allegri, oltre a essere bravo, è anche fortunato. Il cambio è azzeccato. La vittoria fondamenta­le.

Allegri Non siamo brillanti, serve più sacrificio È ora di riconnette­rsi Pjanic Lo Sporting gioca bene, non era per niente facile Abbiamo meritato

 ?? (Ipp) ?? Scacciagua­i Mario Mandzukic, 31 anni, croato, alla Juve dall’estate 2015: ieri ha tolto i bianconeri dai guai con un colpo di testa nel finale
(Ipp) Scacciagua­i Mario Mandzukic, 31 anni, croato, alla Juve dall’estate 2015: ieri ha tolto i bianconeri dai guai con un colpo di testa nel finale
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