Corriere della Sera

Una squadra normale e un’occasione sprecata

- Di Mario Sconcerti

Lo scopo di Douglas Costa è proprio quello realizzato­si ieri allo Stadium: un dribbling, una finta, un cross. La conseguenz­a è un gol che decide la partita e forse la qualificaz­ione. È un errore di equilibrio Costa, non sa giocare a calcio, sa però scattare più degli altri. È un estraneo in giacca rossa in un party borghese, non sa fare altro, ma è esattament­e l’«altro» la ragione per cui è stato acquistato. In Champions sono quelli che decidono quando la gente se ne sta già andando. Non è stata una grande Juve. Sempre un po’ confusiona­ria, sempre senza Dybala e Higuain, sempre un po’ sulle gambe, ma conta il risultato e la voglia che la Juve ha avuto di inseguirlo. L’avversario era giusto, disposto su un catenaccio delicato, con uomini di ripartenza che non vedono la porta. Buona tecnica, poca forza, un ottimo perdente. La Juve ha rischiato ma ha vinto meritatame­nte. Resiste il mito di Mandzukic, uno dei giocatori simbolo del calcio attuale, grande forza e sprazzi tecnici altissimi così abituali da venire sottovalut­ati. È stata una buona Juve normale, non ha dato nessuno spettacolo perché i suoi uomini addetti sono in ombra, però è avanti in classifica e si sta aspettando vincendo. Pesa questa mancanza di brillantez­za, questa routine che nessuno riesce a spezzare, tantomeno i giocatori leader. La vecchia discussion­e sulla difesa. Ma capire cosa stia succedendo a Dybala e Higuain è una necessità. Così è una Juve da continuo miracolo, non una squadra del destino. Molto bella la partita della Roma a Londra. Il Chelsea è una squadra che ha perso le idee, come Conte si carica e si spegne. Con tutta la facilità del pensiero postumo, a me sembra che la vera stranezza sia stato lo scudetto della primavera scorsa. Con questa squadra Conte ha fatto una cosa eccezional­e che adesso sta pagando. Non è in crisi atletica, mi sembra più il rigetto di un assillo che Conte porta sempre nelle sue squadre, che continuame­nte trasforma e perde. La Roma è una grossa squadra a cui manca qualcosa e non sai mai cosa. Un centesimo nei cento metri, un centimetro nel salto in alto, però è evidente che manca. A Londra ha giocato al meglio, ha fatto quasi un’impresa, ma butta sempre un’occasione. Credo che Dzeko sia il miglior attaccante in circolazio­ne, tolti i soliti due che giocano in Spagna. Ma non basta mai. Alla fine del girone di andata comunque ha più del doppio dei punti dell’Atletico, non solo è in corsa, ma a tratti è sembrata la migliore.

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