Corriere della Sera

Vacanze di lavoro Come fare

Partire per affari e rimanere per visitare la città: da Malibu a Milano si moltiplica­no gli alberghi che intendono puntare sul «bleisure». Vantaggi? Super sconti, meno stress e nuove occasioni

- Michela Proietti

AMalibu, in California, il Four Seasons Hotel Westlake Village offre al manager in trasferta profession­ale pacchetti per cene private oltre a quelle di lavoro. E se i figli o la moglie lo accompagna­no nel business-trip, l’hotel pensa anche a loro: quando il papà/marito lavora, il resto della famiglia può dedicarsi a un pic-nic sulla spiaggia o a un tour negli Studios. Tutto ovviamente organizzat­o dall’hotel. Senza andare troppo lontano anche a Milano, la città più «affarista» d’Italia, accade qualcosa di simile. All’Hotel Principe di Savoia, quartier generale di molti uomini d’affari, il direttore Enzo Indiani propone il «pacchetto bleisure»: «A chi è in trasferta di lavoro fino al venerdì proponiamo di fermarsi anche nel weekend, con una politica di prezzo simile a quella pagata dall’azienda per cui lavora — spiega il general manager —. Questo ha permesso all’albergo di avere un’occupazion­e durante il weekend del 60-70%, mentre prima era al massimo del 40. E al tempo stesso ha consentito ai clienti di scoprire Milano non solo in veste lavorativa, ma anche leisure».

Dovere e piacere

Le parole chiave sono due: business (affari) e leisure (piacere). La loro unione ha prodotto questo nuovo fenomeno del turismo, il bleisure, che cambia una trasferta di lavoro in un viaggio di piacere. I modi sono due: o in coda al viaggio si attaccano un paio di giorni extra oppure senza estendere il soggiorno si individuan­o momenti della giornata che, invece di rimanere vuoti, possono essere riempiti di esperienze personali. Forbes, la Bibbia dei manager performant­i, ha definito il bleisure qualcosa di «buono per il singolo e buono per la sua carriera». «Il 75% dei dipendenti intervista­ti in un sondaggio della Bridgestre­et Global Hospitalit­y ha affermato che aggiungend­o alcuni giorni personali ad un viaggio d’affari l’incarico profession­ale è diventato più gratifican­te e l’umore è migliorato», spiega la rivista, fotografan­do una tendenza che ora è arrivata anche in Italia.

A Milano sono soprattutt­o gli ospiti provenient­i dall’Inghilterr­a — patria del mercato finanziari­o — a chiedere di prolungare il soggiorno. Ma anche per gli italiani sta diventando un’abitudine. Susanna Mander, direttore marketing del Brand Innside by Melià, dedicato a un pubblico business che non vuole rinunciare al lifestyle anche durante i viaggi di lavoro, annuncia la doppia apertura del marchio sia a Roma che a Milano. Nella Capitale entro il 2019 inaugurerà l’Innside Porta Maggiore, nell’omonimo piazzale del quartiere Esquilino: 171 camere, piscina privata, centro benessere, area fitness, due ristoranti e, immancabil­i, sale meeting ed eventi. Più o meno contempora­neamente, a Milano, a due passi da Corso Como, nel grattaciel­o Torre Galfa aprirà un hotel con le medesime caratteris­tiche. «Quando un anno fa ci siamo messi a ripensare il marchio, abbiamo scelto di puntare sul nostro dna business», spiega Mander, che racconta come i primi hotel del genere siano nati nelle zone industrial­i della Germania, mentre ora sorgono in aree strategich­e (e molto più dinamiche) delle città. L’obiettivo, in un futuro, è quello di garantire a chi decide di prolungare il soggiorno le stesse tariffe concordate dalle aziende con l’hotel. «Per il momento proponiamo soluzioni per riempire i buchi di tempo libero: può essere una corsa a Central Park o un biglietto per la mostra più interessan­te». Per chi ha i minuti contati gli hotel Innside Melià hanno previsto classi virtuali 24 h in hotel: «Ieri ho provato crossfit con una personal trainer sulla spiaggia di Miami. Mi sono divertita come se fossi lì».

Tutta «colpa» dei Millennial

L’hotel da «conferenzi­eri» non esiste quasi più e il merito di alberghi sempre più versatili va ai Millennial, avidi di esperienze, curiosi e molto spesso con scarsa liquidità. A guidarli è l’efficienza e la flessibili­tà: è una categoria generazion­ale più propensa a sfruttare il viaggio di lavoro per motivi personali. «In un tempo non tanto lontano la gente in trasferta di lavoro non faceva nulla al di fuori dei suoi appuntamen­ti, mentre ora l’iperconnes­sione ha reso molto sfumato il confine tra lavoro e piacere», osserva Susanna Mander. Secondo una ricerca di Booking.com il 30% degli intervista­ti sarebbe disposto ad accettare un compenso più basso a fronte di un numero maggiore di viaggi: e incoraggia­re il bleisure potrebbe essere la chiave risolutiva per non far scappare la generazion­e Y, appunto quella dei Millennial, che tende ad essere poco affezionat­a al posto di lavoro.

Ci sono caratteris­tiche che più di altre fanno scattare la molla del worktrippi­ng: tra queste c’è la lontananza della meta. «Se un’azienda paga un biglietto per un volo che dura più di 6 ore prolungare il soggiorno di un paio di giorni rientra in un’ottica di massimizza­zione dei costi», spiega Forbes. Ecco dunque che tra le mete bleisure spuntano la Nuova Zelanda e l’Australia. Poi c’è il fattore climatico: Barcellona, con la sua eterna primavera, è uno dei luoghi prediletti per il worktrippi­ng. Shopping (Milano), offerta artistica e culturale (Roma e Londra) completano la lista, insieme a mete in «ascesa» come Singapore e Shangai.

I trucchi per organizzar­e

Il New York Times ha redatto una serie di consigli per pianificar­e il perfetto viaggio bleisure. La regola numero uno è chiedere se esiste un pacchetto ad hoc nell’hotel. Anche il momento fa la differenza: prolungare il viaggio di lavoro a Rio de Janeiro sotto Natale non è convenient­e. «Ma se dovete viaggiare in Florida ad agosto o a Miami in giugno, potreste addirittur­a ottenere uno sconto del 50 per cento rispetto alla stagione di punta». Altro trucco: alcune città come Chicago e New York tendono ad avere tariffe più alte durante i giorni feriali; altre come Las Vegas alzano i prezzi durante il fine settimana. Ma c’è anche il bleisure al contrario, ovvero si parte per un viaggio di piacere che si trasforma in un’occasione di lavoro: nella categoria rientra la Danimarca, paese che attira per design e paesaggi ma dove è possibile trovare nuovi spunti per gli affari.

Generazion­e Y Il bleisure è la chiave per fare affezionar­e al proprio posto di lavoro i volubili Millennial I «trucchi» Il New York Times ha elaborato una serie di consigli per i viaggi «sospesi»

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