Vacanze di lavoro Come fare
Partire per affari e rimanere per visitare la città: da Malibu a Milano si moltiplicano gli alberghi che intendono puntare sul «bleisure». Vantaggi? Super sconti, meno stress e nuove occasioni
AMalibu, in California, il Four Seasons Hotel Westlake Village offre al manager in trasferta professionale pacchetti per cene private oltre a quelle di lavoro. E se i figli o la moglie lo accompagnano nel business-trip, l’hotel pensa anche a loro: quando il papà/marito lavora, il resto della famiglia può dedicarsi a un pic-nic sulla spiaggia o a un tour negli Studios. Tutto ovviamente organizzato dall’hotel. Senza andare troppo lontano anche a Milano, la città più «affarista» d’Italia, accade qualcosa di simile. All’Hotel Principe di Savoia, quartier generale di molti uomini d’affari, il direttore Enzo Indiani propone il «pacchetto bleisure»: «A chi è in trasferta di lavoro fino al venerdì proponiamo di fermarsi anche nel weekend, con una politica di prezzo simile a quella pagata dall’azienda per cui lavora — spiega il general manager —. Questo ha permesso all’albergo di avere un’occupazione durante il weekend del 60-70%, mentre prima era al massimo del 40. E al tempo stesso ha consentito ai clienti di scoprire Milano non solo in veste lavorativa, ma anche leisure».
Dovere e piacere
Le parole chiave sono due: business (affari) e leisure (piacere). La loro unione ha prodotto questo nuovo fenomeno del turismo, il bleisure, che cambia una trasferta di lavoro in un viaggio di piacere. I modi sono due: o in coda al viaggio si attaccano un paio di giorni extra oppure senza estendere il soggiorno si individuano momenti della giornata che, invece di rimanere vuoti, possono essere riempiti di esperienze personali. Forbes, la Bibbia dei manager performanti, ha definito il bleisure qualcosa di «buono per il singolo e buono per la sua carriera». «Il 75% dei dipendenti intervistati in un sondaggio della Bridgestreet Global Hospitality ha affermato che aggiungendo alcuni giorni personali ad un viaggio d’affari l’incarico professionale è diventato più gratificante e l’umore è migliorato», spiega la rivista, fotografando una tendenza che ora è arrivata anche in Italia.
A Milano sono soprattutto gli ospiti provenienti dall’Inghilterra — patria del mercato finanziario — a chiedere di prolungare il soggiorno. Ma anche per gli italiani sta diventando un’abitudine. Susanna Mander, direttore marketing del Brand Innside by Melià, dedicato a un pubblico business che non vuole rinunciare al lifestyle anche durante i viaggi di lavoro, annuncia la doppia apertura del marchio sia a Roma che a Milano. Nella Capitale entro il 2019 inaugurerà l’Innside Porta Maggiore, nell’omonimo piazzale del quartiere Esquilino: 171 camere, piscina privata, centro benessere, area fitness, due ristoranti e, immancabili, sale meeting ed eventi. Più o meno contemporaneamente, a Milano, a due passi da Corso Como, nel grattacielo Torre Galfa aprirà un hotel con le medesime caratteristiche. «Quando un anno fa ci siamo messi a ripensare il marchio, abbiamo scelto di puntare sul nostro dna business», spiega Mander, che racconta come i primi hotel del genere siano nati nelle zone industriali della Germania, mentre ora sorgono in aree strategiche (e molto più dinamiche) delle città. L’obiettivo, in un futuro, è quello di garantire a chi decide di prolungare il soggiorno le stesse tariffe concordate dalle aziende con l’hotel. «Per il momento proponiamo soluzioni per riempire i buchi di tempo libero: può essere una corsa a Central Park o un biglietto per la mostra più interessante». Per chi ha i minuti contati gli hotel Innside Melià hanno previsto classi virtuali 24 h in hotel: «Ieri ho provato crossfit con una personal trainer sulla spiaggia di Miami. Mi sono divertita come se fossi lì».
Tutta «colpa» dei Millennial
L’hotel da «conferenzieri» non esiste quasi più e il merito di alberghi sempre più versatili va ai Millennial, avidi di esperienze, curiosi e molto spesso con scarsa liquidità. A guidarli è l’efficienza e la flessibilità: è una categoria generazionale più propensa a sfruttare il viaggio di lavoro per motivi personali. «In un tempo non tanto lontano la gente in trasferta di lavoro non faceva nulla al di fuori dei suoi appuntamenti, mentre ora l’iperconnessione ha reso molto sfumato il confine tra lavoro e piacere», osserva Susanna Mander. Secondo una ricerca di Booking.com il 30% degli intervistati sarebbe disposto ad accettare un compenso più basso a fronte di un numero maggiore di viaggi: e incoraggiare il bleisure potrebbe essere la chiave risolutiva per non far scappare la generazione Y, appunto quella dei Millennial, che tende ad essere poco affezionata al posto di lavoro.
Ci sono caratteristiche che più di altre fanno scattare la molla del worktripping: tra queste c’è la lontananza della meta. «Se un’azienda paga un biglietto per un volo che dura più di 6 ore prolungare il soggiorno di un paio di giorni rientra in un’ottica di massimizzazione dei costi», spiega Forbes. Ecco dunque che tra le mete bleisure spuntano la Nuova Zelanda e l’Australia. Poi c’è il fattore climatico: Barcellona, con la sua eterna primavera, è uno dei luoghi prediletti per il worktripping. Shopping (Milano), offerta artistica e culturale (Roma e Londra) completano la lista, insieme a mete in «ascesa» come Singapore e Shangai.
I trucchi per organizzare
Il New York Times ha redatto una serie di consigli per pianificare il perfetto viaggio bleisure. La regola numero uno è chiedere se esiste un pacchetto ad hoc nell’hotel. Anche il momento fa la differenza: prolungare il viaggio di lavoro a Rio de Janeiro sotto Natale non è conveniente. «Ma se dovete viaggiare in Florida ad agosto o a Miami in giugno, potreste addirittura ottenere uno sconto del 50 per cento rispetto alla stagione di punta». Altro trucco: alcune città come Chicago e New York tendono ad avere tariffe più alte durante i giorni feriali; altre come Las Vegas alzano i prezzi durante il fine settimana. Ma c’è anche il bleisure al contrario, ovvero si parte per un viaggio di piacere che si trasforma in un’occasione di lavoro: nella categoria rientra la Danimarca, paese che attira per design e paesaggi ma dove è possibile trovare nuovi spunti per gli affari.
Generazione Y Il bleisure è la chiave per fare affezionare al proprio posto di lavoro i volubili Millennial I «trucchi» Il New York Times ha elaborato una serie di consigli per i viaggi «sospesi»