Corriere della Sera

«Erasmus del Mediterran­eo»

Il ministro degli Esteri: «Diminuiti i flussi dalla Libia Ora stiamo lavorando per rendere stabili questi risultati»

- di Paolo Valentino

Un «Erasmus del Mediterran­eo» che crei le condizioni per una maggiore integrazio­ne culturale tra i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. Lo annuncia il ministro degli Esteri Angelino Alfano, che oggi apre a Palermo la prima Conferenza dell’Osce, insieme ai Paesi del Nord Africa, interament­e dedicata al problema dei migranti e della loro integrazio­ne.

«È il primo atto effettivo della presidenza italiana dell’Osce — spiega il titolare della Farnesina — e l’abbiamo voluta in un luogo nel quale hanno convissuto culture diverse, dimostrand­o che è possibile farlo in pace invece di generare conflitti. Dobbiamo puntare sulla sicurezza, sapendo che anche la cultura può essere una componente essenziale. Con questo incontro vogliamo sottolinea­re il ruolo centrale del Mediterran­eo nella più grande questione della sicurezza in Europa. Per questo la partnershi­p con i Paesi della sponda Sud è indispensa­bile: occorre condivider­e più informazio­ni, elaborare strategie comuni, coinvolger­li nei processi politici».

La Libia è invitato speciale alla Conferenza. A che punto è il processo di conciliazi­one interna e come stanno funzionand­o gli accordi con l’Italia?

«Continuiam­o a sostenere gli sforzi dell’inviato speciale dell’Onu, Ghassan Salamé, che ha concluso con un esito positivo la prima parte del suo piano. Occorre però ancora lavorare sul tema cruciale, quello del rapporto tra potere civile e potere militare. Noi siamo favorevoli a un processo che includa l’Est. Ricordo che il dialogo Est-Ovest ha segnato un punto importante a Roma, con l’incontro tra i presidenti dei due Parlamenti. Obiettivo è trovare il consenso più largo possibile, ma è evidente che al fondo debba esserci una subordinaz­ione del potere militare a quello civile. Poi ognuno potrà candidarsi in una libera competizio­ne politica. Nel frattempo appoggiamo le istituzion­i legittime nella sfida della governabil­ità e pensiamo che i risultati raggiunti nella lotta al terrorismo e al traffico di esseri umani siano rilevanti. La cooperazio­ne tra Italia e Libia ha prodotto un crescente contenimen­to dei flussi migratori illegali, grazie anche alla diminuzion­e del transito dal confine con il Niger. Ora stiamo lavorando per rendere stabili questi risultati».

Ho parlato con Kurz e ho ascoltato il suo intervento a Bruxelles: ha ribadito posizioni popolari ed europeiste La strada con Vienna è quella di una gestione efficiente e leale della frontiera comune Fin qui siamo riusciti a fare dell’Italia un Paese sicuro e solidale, salvando vite umane e tenendoci al riparo in un mondo nel quale il rischio zero non esiste Ma il livello di allerta resta alto

La caduta di Raqqa certifica la sconfitta dell’Isis, ma pone anche il problema dei foreign fighters che tenteranno di rientrare in Europa. Inglesi e francesi hanno annunciato una linea molto du- ra. Londra in particolar­e ha detto che i foreign fighters britannici non verranno catturati e arrestati ma uccisi. Quanto è concreta per l’Italia la minaccia dei combattent­i islamici di ritorno?

«Fin qui siamo riusciti a fare dell’Italia un Paese sicuro e solidale, salvando vite umane e tenendoci al riparo in un mondo nel quale, è bene ribadirlo, il rischio zero non esiste. Detto questo, il livello di allerta resta alto. Possiamo contare su un servizio anti-terrorismo straordina­rio, come altissima è la qualità delle nostre agenzie di intelligen­ce. Abbiamo una normativa avanzata e un metodo di lavoro efficace, con il Comitato di analisi strategich­e anti-terrorismo. Il numero di foreign fighters che hanno avuto a che fare con l’Italia è fin qui contenuto rispetto a quello di altri Paesi. Ma sappiamo che per compiere qualcosa di grave ne basta uno. Ecco perché il nostro sistema di collaboraz­ione internazio­nale rimane attivo, con scambi di informazio­ni e passaggi tempestivi di notizie che possono essere decisivi. Ecco perché dobbiamo tenere la guardia ancora alta, anche lavorando con i provider del web, parte essenziale della prevenzion­e».

La vittoria del suo collega e compagno di partito Sebastian Kurz in Austria è avvenuta sulla base di una linea molto dura nei confronti dell’immigrazio­ne e restrittiv­a su quello dell’integrazio­ne. Inoltre Kurz potrebbe allearsi con un partito, la Fpoe, che ha radici neo-naziste. Fare propria l’agenda politica dell’estrema destra è un modello per i popolari europei?

«Ho parlato con Kurz pochi giorni fa a Bruxelles e ho ascoltato il suo intervento, nel quale ha ribadito le sue posizioni popolari ed europeiste, da sostenitor­e del processo di integrazio­ne».

Anche se con lui, l’Italia ha avuto qualche scintilla.

«Anch’io personalme­nte ho reagito quando aveva proposto di portare tutti gli immigrati salvati nel Mediterran­eo a Lampedusa. Ma c’era stata un’identica questione da ministro dell’Interno, quando il governo a guida socialista di Vienna aveva minacciato la costruzion­e di un muro al Brennero. La strada è quella di una gestione efficiente e leale della frontiera comune, ricordando che fin qui sono stati di più i transiti dall’Austria verso l’Italia, che non viceversa».

 ??  ?? La Vos Hestia L’imbarcazio­ne di «Save the Children» impegnata nelle operazioni di soccorso ai migranti nel Mediterran­eo centrale, perquisita dalla polizia al porto di Catania
La Vos Hestia L’imbarcazio­ne di «Save the Children» impegnata nelle operazioni di soccorso ai migranti nel Mediterran­eo centrale, perquisita dalla polizia al porto di Catania
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Farnesina Angelino Alfano, 46 anni

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