Corriere della Sera

Zaia si rafforza come leader nazionale Lui frena: «Non mi muovo da qui»

Cresce il suo peso nel Carroccio e nel centrodest­ra. E Berlusconi ne apprezza il profilo di governo

- Andrea Pasqualett­o

DAL NOSTRO INVIATO

Per la festa ha scelto la sua terra, la Treviso del mercato ortofrutti­colo, sotto un tendone. A spellarsi le mani c’era il popolo della Lega ma non solo, artigiani, piccoli imprendito­ri, commercian­ti e contadini. Un migliaio di persone. «Vorrei stringere la mano a tutti i veneti che, nonostante il meteo, hanno speso il loro tempo a votare per l’autonomia, al di là delle ideologie, delle tessere di partito», li aveva chiamati a raccolta nel pomeriggio usando Facebook dopo aver risolto il problema dell’hackeraggi­o. In piazza la gente che si fida di lui, si ritrova nei suoi modi, semplicità e astuzia.

A vent’anni Luca Zaia qui studiava veterinari­a e da instancabi­le pierre reclutava migliaia di giovani saltando da una discoteca all’altra — Manhattan, Diamantik, Kolossal — da un party all’altro. Oggi, con la stessa disinvoltu­ra e frenesia, salta da un microfono all’altro nelle tv, con una particolar­e simpatia per quelle locali, dribblando le insidie e trovando sempre il modo di accarezzar­e la sua gente. Non è che sogna palazzo Chigi? «Assolutame­nte no, sogno un Veneto autonomo e sogno una Roma che non penalizzi più la mia terra». E giù applausi.

Col passare degli anni il governator­e ha assunto anche il ruolo di leader identitari­o, che parla in veneto con i veneti «perché in provincia i xe sette su diese che no parla italian», sono sette su dieci a non parlare italiano. Un Durnwalder in salsa veneta, che sta allargando le simpatie: i 2 milioni e 400 mila voti di domenica vanno ben oltre il voto del Carroccio. E così il peso di Zaia sale. Intanto rispetto a Roberto Maroni che in Lombardia non ha ottenuto lo stesso successo. «Ma secondo me è invece andata bene a Roberto — dice lui —. Perché bisogna tener conto che in Lombardia l’area metropolit­ana ha un peso maggiore rispetto al Veneto e la metropoli è meno sensibile alle urne, in questi casi. L’abbiamo visto anche noi in Veneto».

Carezza. E intanto cresce anche rispetto al leader, Matteo Salvini, e alle sue ambizioni nazionali: «Ma io e Matteo abbiamo gli stessi obiettivi e non ho alcuna intenzione di muovermi da qui. Sarebbe peraltro poco serio da parte mia fare le valigie proprio ora e sto parlando sempre dei milioni che vogliono credere nel nostro progetto autonomist­a».

Zaia, che di cose ne fa mille, dice di essere contro la bulimia degli incarichi: «Una cosa per volta, e farla bene». Berlusconi in diverse circostanz­e non aveva nascosto di avere interesse per lui fino a dire che avrebbe potuto essere il candidato premier del centrodest­ra. Mentre Salvini e Maroni litigavano, Zaia intanto se ne stava in silenzio. «È un leghista furbo», aveva notato Flavio Tosi, l’ex sindaco di Verona, poi espulso dal partito.

E infatti appare accorto, moderato, di governo. E riesce a non sembrare xenofobo anche quando mette il cappello su leggi regionali che offrono corsie preferenzi­ali ai veneti, negli asili nido, nelle case popolari. Un’astuzia che lo ha sempre aiutato, facendolo decollare fino a ministro dell’Agricoltur­a per poi tornare in Veneto da governator­e.

Oggi chiede autonomia e federalism­o. «E anche una regione a statuto speciale, ma attraverso un’altro percorso». La folla — riunita sotto il tendone del mercato ortofrutti­colo, mentre mangia wurstel e stinchi con birra e prosecco — poggia i bicchieri ed esplode in un applauso.

«Non è stata un’impresa facile per noi e per voi. Siamo riusciti a fare una cosa che tutti hanno pensato ma che nessuno ha avuto il coraggio di portare avanti».

 ??  ?? La spada Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia a Treviso per la festa «Grazie Veneto» Due vessilli diversi: alle spalle di Zaia quello classico con il leone alato e il libro aperto che stava a significar­e una condizione di pace per la...
La spada Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia a Treviso per la festa «Grazie Veneto» Due vessilli diversi: alle spalle di Zaia quello classico con il leone alato e il libro aperto che stava a significar­e una condizione di pace per la...
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy