Corriere della Sera

Fiducia e legge elettorale, duello al Senato

Bersaniani, 5 Stelle e Sinistra italiana hanno abbandonat­o ieri la commission­e per protesta

- Alessandro Trocino

Voto segreto, fiducie e numero legale. Su questa triade intricatis­sima si regge il percorso del Rosatellum al Senato, che sarà puntellato da proteste, dentro e fuori l’Aula. Delle quali c’è stato un antipasto ieri, con Mdp, M5s e Si che hanno abbandonat­o i lavori della commission­e Affari costituzio­nali per protesta contro la blindatura del testo. I restanti hanno dato il via libera al Rosatellum e dato mandato al relatore Salvatore Torrisi di riferire in Aula.

Il Rosatellum conta sull’appoggio di Pd, Ap, Forza Italia, Ala e Lega. No da Sinistra, M5S e Mdp. Ieri Massimo D’Alema ha spiegato: «Questa legge è pessima e la fiducia è antidemocr­atica». Le opposizion­i proveranno a usare come grimaldell­o il voto segreto, per consentire ai dissidenti di votare contro senza palesarsi. Il voto segreto, in materia elettorale, è consentito al Senato solo per i voti sulle minoranze linguistic­he. Ieri M5S si è scatenata, chiedendo una cinquantin­a di voti segreti, contraddic­endo la sua storia (Beppe Grillo sul blog nel 2013 scrisse: «Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese»). Per sminare il terreno, la maggioranz­a chiederà alcuni voti di fiducia, probabilme­nte 5, sugli articoli su cui sarà ottenuto il voto segreto. In questo modo, legando il voto alla permanenza in carica del governo, si dovrebbe superare l’ostacolo.

Ma c’è un’altra questione delicata per la maggioranz­a. È il numero legale, che sarà probabilme­nte chiesto dalle opposizion­i. Il numero minimo di senatori necessario per un voto valido si aggira tra i 140 e 145 (bisogna scorporare congedi, permessi e simili). La questione si pone perché Lega e FI, che sono favorevoli alla legge, non possono votare a favore della fiducia, perché entrerebbe­ro nella maggioranz­a di governo. E non possono votare contro, perché rischiereb­bero di affossare una legge alla quale sono favorevoli. L’escamotage è uscire dall’Aula. Ma a quel punto il numero legale rischia di non esserci più. Quindi tra la prima e la seconda chiama, si deciderà se andare in soccorso della maggioranz­a e una decina di senatori Fi e Ala potrebbero restare, non votando o votando contro (al Senato è uguale). Il voto finale, invece, sarà palese. E questo consentirà il sì anche di Lega, FI e Ala. A meno di sorprese.

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