Corriere della Sera

La fotografia di Anna Frank nell’adesivo antisemita Bufera sugli ultrà della Lazio

Distribuit­o all’Olimpico: la martire ebrea in maglia romanista

- Stefano Agresti

La curva dei tifosi della Lazio, la Nord dello stadio Olimpico, era chiusa per i cori razzisti rivolti a due calciatori di colore del Sassuolo. E allora la società di Lotito ha pensato di aprire ai suoi abbonati la Sud, abituale covo dei romanisti, lanciando una campagna con un nome pieno di buoni propositi: «We fight racism», noi combattiam­o il razzismo. La partita era quella contro il Cagliari di domenica sera, il costo per l’ingresso simbolico: un euro. Dopo la partita gli addetti alla chiusura dell’impianto sono entrati in curva Sud e hanno trovato di tutto: adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma, altri con scritte antisemite di ogni tipo. Tra queste, alcune con riferiment­i ad Aronne Piperno, indimentic­abile personaggi­o del «Marchese del Grillo», l’ebanista di religione ebraica che Alberto Sordi non vuole pagare. Gli adesivi erano centinaia, ovunque: anche nei bagni. Gli uomini delle pulizie hanno lavorato tutto il giorno ma non sono riusciti a completare l’opera: finiranno oggi.

«Questa non è una curva, questo non è calcio, questo non è sport: fuori gli antisemiti dagli stadi», la reazione immediata di Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma. La Procura della Repubblica si è già mossa, in curva è intervenut­a anche la Scientific­a. Il ministro per lo Sport Luca Lotti garantisce: «Le autorità faranno luce su quanto avvenuto, i colpevoli saranno presto individuat­i e condannati». La giustizia sportiva è già entrata in azione: il procurator­e Figc Pecoraro aprirà un’inchiesta nelle prossime ore. Stavolta la Lazio rischia un provvedime­nto ancora più duro: non la chiusura di un solo settore bensì la disputa di almeno una partita a porte chiuse, come successo in Coppa.

La questione, però, è più ampia e grave. «Contro questi personaggi chiediamo un intervento chiaro della Lazio e delle autorità competenti», dice Noemi Di Segni, presidente delle Comunità Ebraiche Italiane. A questo proposito, il presidente Lotito ha annunciato per oggi a mezzogiorn­o una visita in Sinagoga: gli è stato proposto di giocare la prossima partita con la scritta «Anna Frank» sulla maglia, sarà valutata. La presidente della Camera Laura Boldrini è intervenut­a con un tweet: «Rispondere con durezza. Sottovalut­are è darla vinta a razzisti». Nicola Zingaretti, presidente della Regione, interviene nel corso di un viaggio della memoria riservato a 120 professori nei luoghi della Shoah: «Dal campo di sterminio di Treblinka osservare quanto sta accadendo a Roma non può che provocare ancor più indignazio­ne». La sindaca Virginia Raggi: «Questo non è calcio, non è sport». Carlo Tavecchio, presidente della Federcalci­o: «Fatto inqualific­abile». Ma è normale che tifosi il cui settore è chiuso per razzismo vengano indirizzat­i nella curva opposta? Arturo Diaconale, portavoce della Lazio, cerca di chiarire: «L’iniziativa portata avanti era proprio rivolta contro ogni forma di razzismo. Si resta interdetti di fronte a manifestaz­ioni che riguardano un numero ristrettis­simo di persone».

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Il fotomontag­gio La celebre immagine di Anna Frank rielaborat­a con la maglia gialloross­a della Roma e distribuit­a ai tifosi della Lazio

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