Corriere della Sera

«Vergogna, non andrò più allo stadio»

- Claudia Voltattorn­i

«Non immagina quanto sia arrabbiato: il calcio era il mio giocattolo, l’unico. E un manipolo di teste vuote me lo ha rotto». Quasi non riesce a parlare Clemente J. Mimun, direttore del Tg5 e laziale doc. Sempre sugli spalti dell’Olimpico, prima in Curva Nord poi in tribuna, sciarpa biancocele­ste intorno al collo e via a soffrire e gioire con chi è in campo.

Quegli adesivi con Anna Frank le hanno fatto cambiare idea, direttore?

«Mi fa arrabbiare che poche teste vuote e, chissà forse anche rasate, si permettano di scherzare con l’immagine di Anna Frank».

La Lazio li ha condannati parlando di «un numero minutissim­o di sconsidera­ti»...

«Mi spiace che la Lazio, che da tempo prende le distanze in ogni modo da questi idioti mostrando nei fatti che razzismo e antisemiti­smo non abitano da noi, questa ennesima vergogna non l’abbia invece condannata duramente come meritava. Da tifoso soffro perché una stagione sportivame­nte da incornicia­re rischia di arenarsi sul fronte delle polemiche e del ludibrio a livello internazio­nale: vado allo stadio da 50 anni e mi spiace la sola idea di smetterla, però...».

Sta dicendo che potrebbe

Teste vuote

non andare più all’Olimpico?

«Mi fa schifo l’idea di guardare la Lazio in tv, ma ora come ora è un’opzione possibile. E triste. Il calcio era il mio unico giocattolo».

La Lazio è una passione che condivide con i suoi figli?

«Mio figlio giocava nelle giovanili della Lazio. Poi una volta vide una bandiera con la svastica in Curva Nord. Riuscii a farla togliere, ma lui decise di smettere di giocare. Forse aveva ragione».

Continuerà a tifare Lazio?

«La Lazio è il legame con la mia infanzia e poi con l’adolescenz­a, quando si andava allo stadio 4 ore prima, si mangiavano panini rancidi e si bevevano birre calde... quando per vederla in attacco stavo un tempo in Curva Nord e l’altro in Sud, quando gioivo per le gesta della Lazio di Maestrelli, con il presidente Lenzini che spargeva sale attorno al campo per cacciare il malocchio. Era una Lazio eroica, un po’ sfortunata e maledetta, ma fantastica».

E oggi?

«Se si giocasse stasera resterei a casa».

Sono un manipolo di teste vuote, fa rabbia che la società non condanni duramente

 ??  ?? Giornalist­a Clemente J. Mimun, 64 anni, è direttore del Tg5 dopo aver guidato il Tg1
Giornalist­a Clemente J. Mimun, 64 anni, è direttore del Tg5 dopo aver guidato il Tg1

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