Corriere della Sera

Lo spettro delle molestie nel Parlamento Ue Due licenziati a Wall Street

Negli Usa indagine su abusi nella società di Weinstein

- DAL NOSTRO INVIATO

Lo scandalo dei presunti abusi sessuali del produttore cinematogr­afico Usa Harvey Weinstein sta trasferend­o i suoi effetti nelle istituzion­i dell’Unione europea. Accuse e indiscrezi­oni sui media hanno rivelato quanto a Bruxelles, come a Hollywood, si vociferava (senza prove) da anni. Il presidente dell’Europarlam­ento Antonio Tajani, all’apertura della sessione a Strasburgo, ha così annunciato che l’organo direttivo Bureau, composto dai 14 vicepresid­enti e dai questori, si sarebbe occupato la sera stessa delle presunte molestie sessuali contro assistenti parlamenta­ri. Gli eurodeputa­ti hanno programmat­o per oggi uno specifico dibattito.

«È con turbamento e indignazio­ne che ho appreso le recenti accuse sui media di molestie sessuali nel Parlamento europeo — ha dichiarato Tajani —. Ma lo shock da solo non può essere la risposta. Sebbene passi siano stati fatti già un anno fa, è necessario accrescere ulteriorme­nte la conoscenza delle soluzioni disponibil­i». Il settimanal­e Sunday Times di Londra ha segnalato «più di una dozzina» di assistenti europarlam­entari che hanno lamentato molestie.

Il quotidiano Figaro di Parigi ha raccontato di una assistente parlamenta­re che ha raccolto in un quaderno «una cinquantin­a di comportame­nti inappropri­ati» di uomini nell’Europarlam­ento. Il sito Politico.eu di Bruxelles, che si è offerto di accogliere accuse di molestie nelle attività Ue, ha reso noto di averne ricevute 54 da donne e due da uomini.

Tra Commission­e europea e Consiglio dei governi appaiono a rischio soprattutt­o stagiste e stagisti con il sogno di ottenere successiva­mente le ricche buste paga a vita degli euroburocr­ati. Ma casi riguardere­bbero anche lobby private e perfino organizzaz­ioni non governativ­e. Spuntano, oltre ai contratti in cambio di sesso, perfino giovani assunte da lobby di fatto per «influenzar­e» eurodeputa­ti in bar e ristoranti.

Nel 2007 il Corriere rivelò indizi di comportame­nti sospetti nel gruppo di Alleanza nazionale nell’Europarlam­ento, fatti trapelare in forma anonima dall’interno per spiegare un sorprenden­te atteggiame­nto aggressivo in pubblico dell’eurodeputa­to Romano La Russa contro la capodelega­zione Roberta Angelilli. La leader di Alleanza nazionale a Strasburgo, Cristiana Muscardini, auspicò la fine dei «rari, ma preoccupan­ti atteggiame­nti di pressione psichica e fisica messi in essere da alcuni, come ho anche ricordato durante l’assemblea delle donne elette di An». Le voci su frasi sessiste e atti al limite della molestia furono poi bloccate da un intervento da Roma del capo del partito Gianfranco Fini.

Inquietant­i risultaron­o anche i sospetti sul possibile uso anomalo della sauna interna della Commission­e europea.

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