Corriere della Sera

La favola del bimbo caduto dal 7° piano In ospedale sorride, ha solo un graffio

- (LaPresse)

monolocale, sottotetto di un palazzo di sei piani. Nello stesso stabile abitano alcuni parenti; alle 9, la bambina scende a giocare con i cugini. «In quel momento il figlio della mia amica ha iniziato a piangere e lamentarsi, voleva la mamma. Ho provato a tranquilli­zzarlo, dicendogli che la mamma sarebbe arrivata presto. Poi sono andata in bagno a prepararmi, ascoltavo la musica col cellulare». La polizia sta cercando di verificare nel dettaglio i tempi: perché è in La tettoia È stata la pensilina nella foto ad attutire la caduta del bambino dal settimo piano quell’arco di tempo che il bambino apre la finestra, forse gli cadono dei pastelli oltre la ringhiera, si arrampica, si ritrova sulla grondaia, perde l’equilibrio e cade.

Da questo punto in poi, l’intero isolato si anima: due ragazzi, che stanno fumando sul balcone di uno stabile vicino, vedono la scena; scendono in strada e cercano il palazzo corrispond­ente alla caduta; entrano e iniziano a bussare alle porte del piano terra. La donna che aveva in custodia il bambino esce dal bagno e non lo trova, allerta suo nipote, 25 anni, che vive al piano di sotto; anche lui scende e incontra i due ragazzi che sono già alle ricerche. Alla fine aprono la porta, in una casa al piano terra, quattro giovani nordafrica­ni: escono tutti nel cortile sul retro, vedono la tettoia sfondata, sentono un pianto, trovano il bambino che si lamenta, a terra, nel giardino vicino. Alle 10.06 arriva l’ambulanza.

L’amica della mamma dice: «Ero in bagno a prepararmi. Come tutte le domeniche, stavamo andando a messa».

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