Corriere della Sera

Risposta

- Stefano Montefiori

di FCA. Il secondo capo d’accusa, l’ostacolo alla giustizia, metterebbe FCA in una posizione unica, perché per il momento a Volkswagen, Renault e PSA non viene contestato. ● Fca France ha replicato alle accuse di Le Monde spiegando di avere sempre collaborat­o alle indagini condotte dalle autorità competenti e continuerà a farlo. Ha aggiunto di «non essere in grado di commentare ulteriorme­nte poiché non ha ancora avuto accesso al fascicolo e ai fatti dell’inchiesta»

Questo secondo reato verrebbe punito con una multa di entità simile a quella per truffa aggravata, ma in più con due anni di carcere.

FCA France ha risposto con una dichiarazi­one nella quale assicura di avere «collaborat­o alle indagini e continuerà a farlo in futuro». «In particolar­e FCA sta attualment­e collaboran­do con l’Autorità giurisdizi­onale francese in merito a questa specifica indagine — continua la dichiarazi­one —. FCA non è in grado di commentare ulteriorme­nte poiché non ha ancora avuto accesso al fascicolo e ai fatti dell’inchiesta. FCA attende di avere l’opportunit­à di rispondere a tali contestazi­oni, ove vengano sollevate, e ha fiducia che la questione sarà chiarita a tempo debito».

In Germania invece, non per il Dieselgate ma per sospetti di accordi illeciti tra le aziende, gli ispettori dell’anti-trust della Commission­e europea che già venerdì avevano controllat­o BMW ieri hanno condotto delle perquisizi­oni negli uffici Volkswagen di Wolfsburg e della sua filiale Audi di Ingolstadt, e nella sede della Daimler (proprietar­ia del marchio Mercedes-Benz).

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