Risposta
di FCA. Il secondo capo d’accusa, l’ostacolo alla giustizia, metterebbe FCA in una posizione unica, perché per il momento a Volkswagen, Renault e PSA non viene contestato. ● Fca France ha replicato alle accuse di Le Monde spiegando di avere sempre collaborato alle indagini condotte dalle autorità competenti e continuerà a farlo. Ha aggiunto di «non essere in grado di commentare ulteriormente poiché non ha ancora avuto accesso al fascicolo e ai fatti dell’inchiesta»
Questo secondo reato verrebbe punito con una multa di entità simile a quella per truffa aggravata, ma in più con due anni di carcere.
FCA France ha risposto con una dichiarazione nella quale assicura di avere «collaborato alle indagini e continuerà a farlo in futuro». «In particolare FCA sta attualmente collaborando con l’Autorità giurisdizionale francese in merito a questa specifica indagine — continua la dichiarazione —. FCA non è in grado di commentare ulteriormente poiché non ha ancora avuto accesso al fascicolo e ai fatti dell’inchiesta. FCA attende di avere l’opportunità di rispondere a tali contestazioni, ove vengano sollevate, e ha fiducia che la questione sarà chiarita a tempo debito».
In Germania invece, non per il Dieselgate ma per sospetti di accordi illeciti tra le aziende, gli ispettori dell’anti-trust della Commissione europea che già venerdì avevano controllato BMW ieri hanno condotto delle perquisizioni negli uffici Volkswagen di Wolfsburg e della sua filiale Audi di Ingolstadt, e nella sede della Daimler (proprietaria del marchio Mercedes-Benz).