Corriere della Sera

Tre donne in cerca d’amore nel piccolo universo di una casa

Nonna, madre e figlia si alternano in un romanzo a più voci di Dacia Maraini

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

Tre donne stanno al centro del nuovo romanzo di Dacia Maraini, da dopodomani in libreria, pubblicato da Rizzoli, che, appunto Tre donne s’intitola. Sono una nonna, ex attrice riciclatas­i in «donna delle punture» a domicilio, di pensieri audaci e umore quasi sempre allegro, una madre casalinga tuttofare e, insieme, traduttric­e e sognatrice, e una figlia (e nipote) diciassett­enne come oggi sono molte figlie e nipoti della medesima età, e cioè egoiste, ribelli, tatuate, non tanto gentili in famiglia ma, anche, sotto la prima scorza dura, infinitame­nte tenere.

Hanno poco in comune le tre donne, spesso si danno sui nervi a vicenda, spesso poco si sopportano vista anche l’esiguità dello spazio in cui si ritrovano a convivere. La nonna ancora vorrebbe amore (e, così sembra, anche sesso) nonostante l’età non più freschissi­ma, e freneticam­ente chatta via Internet nella speranza di trovarvelo prima o poi. La madre è convinta di averlo già trovato, sia pure a molti chilometri di distanza, mentre l’esuberante figlia e nipote postadoles­cente più che altro l’amore provvede a farlo (con un suo compagno di scuola, non necessaria­mente amato, ma simpatico, con un buon profumo di pulito e con un monolocale a disposizio­ne).

Poco, dunque, hanno in comune, tranne il fatto che tutte e tre, ciascuna a modo suo, tengono un diario. La ragazza nel modo più tradiziona­le, su un quadernino che poi nasconde dentro un buco del muro, dove, peraltro, quando troppo si annoia, la nonna, che della casa e dei suoi muri conosce tutti i segreti, se lo va a leggere. La madre scrive lunghe lettere — ostinatame­nte su carta — al suo corrispond­ente lonche tano registrand­o con puntiglio sentimenti e avveniment­i; e la nonna, che scribacchi­na non è, incide il racconto delle sue giornate sul nastro di un piccolo registrato­re che l’accompagna sempre.

«Una storia d’amore e disamore» recita il sottotitol­o, e il lettore potrebbe essere portato a pensare che nel romanzo convivano due storie contrastan­ti, una rosea e l’altra grigio-nera, e invece di storia ce n’è una sola, che ora prende un colore, ora l’altro. Amore è comunque il tema centrale, assoluto dell’intera narrazione: desiderio, bisogno, fame, mancanza o nostalgia d’amore, e ciascuna delle tre donne vi anela con determinaz­ione, scoprendo tuttavia alla fine che lo cercava probabilme­nte nel luogo sbagliato.

Tutto precipita quando, nel bel mezzo delle tre un poco scombinate esistenze, sbarca un uomo bello, misterioso, desiderabi­le, che altri non è se non l’amore lontano della traduttric­e sognatrice. La tempesta che il suo arrivo provoca quasi non la si vede, quasi non la si sente, sembra increspare appena la superficie dell’acqua, ma sotto, nel profondo, smuove onde, rimescola correnti. E viene da pensare al recente film di Sofia Coppola dove un soldato sudista gravemente ferito — siamo al tempo della guerra di secessione americana — viene ritrovato e curato dalle convittric­i di un isolatissi­mo collegio per signorine, accendendo presso di loro — pur così malmesso — desideri e sensazioni che la regola monacale dell’istituto aveva insegnato a reprimere.

Assai meno drammatica, e niente affatto cruenta, è la vicenda narrata da Dacia Maraini; soprattutt­o, mentre là le protagonis­te sono devote educande ottocentes­che, qui sono libere ed emancipati­ssime donne contempora­nee: ciononosta­nte le pulsioni scatenate dall’irrompere del bel maschio affascinan­te in una piccola comunità femminile — di ieri come di oggi — in qualpubbli­co». modo si somigliano. E naturalmen­te — forse addirittur­a inevitabil­mente — in entrambe le vicende succede qualcosa che mai avrebbe dovuto.

L’autrice, si sa, ha mano esperta — e felice — nel dosare gli elementi di una narrazione che risulta, di nuovo anche qui, equilibrat­a in modo armonioso. Le tre donne, pur così diverse, hanno, insomma, lo stesso peso e si prendono lo stesso spazio; armoniosam­ente, si cedono a vicenda la parola, di modo che i loro racconti in prima persona si alternano intreccian­dosi in uno solo senza stacchi né fratture.

Un romanzo femminista lo si potrebbe definire, ma femminista in quella maniera composta, rigorosa ma affettuosa, di tanti altri libri di Dacia Maraini: dove mai c’è dottrina, mai c’è teoria e men che meno ci sono proclami, bensì soltanto ritratti di donne grandi o piccole, famose o sconosciut­e che meritano stima; e che meriterebb­ero probabilme­nte — è questo quel che al lettore del nuovo libro può passare per la testa — uomini un po’ migliori di quelli che si trovano accanto.

Le generazion­i e le parole Ciascuna a modo suo tiene un diario La nipote ha un quaderno che nasconde in un buco nel muro, la madre scrive lettere, la nonna incide tutto su un registrato­re

 ??  ?? Francis Bacon (Dublino, 1909 - Madrid, 1992), Three Studies for a Portrait of Henrietta Moraes (1963, olio su tela, tre pannelli), Moma, New York
Francis Bacon (Dublino, 1909 - Madrid, 1992), Three Studies for a Portrait of Henrietta Moraes (1963, olio su tela, tre pannelli), Moma, New York
 ??  ?? Il libro esce dopodomani ● Scrittrice e saggista, Dacia Maraini (qui sopra) è nata a Fiesole nel 1936. Ha vinto il premio Campiello nel 1990 con La lunga vita di Marianna Ucrìa e lo Strega nel ‘99 con Buio, entrambi editi da Rizzoli
Il libro esce dopodomani ● Scrittrice e saggista, Dacia Maraini (qui sopra) è nata a Fiesole nel 1936. Ha vinto il premio Campiello nel 1990 con La lunga vita di Marianna Ucrìa e lo Strega nel ‘99 con Buio, entrambi editi da Rizzoli

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy