«Siamo sedotti dall’idea di più universi Ma così si mina l’autorità della scienza»
Il divulgatore Baggott: la buona informazione deve avere un sano scetticismo
dai politici per condizionare l’opinione pubblica».
Come si possono contrastare le notizia false?
«Io mi sono formato come scienziato sviluppando un salutare scetticismo. Quando consulto le fonti sul web non mi fermo a Wikipedia perché, pur essendo utile, non mi garantisce autorevolezza. Bisogna andare oltre, cercando i punti più controversi, trovare altre fonti e non credere subito a ciò che si legge. Chi è interessato alla scienza, così deve agire, cercare diverse opinioni per formare la propria».
I media sono corretti nel raccontare la scienza?
«C’è molta varietà. I giornalisti scientifici, in genere, compiono un buon lavoro ma possono talvolta essere tratti in inganno da scienziati che presentano le loro visioni come frutto di un consenso scientifico ancora non maturato. Il problema è che il pubblico percepisce la scienza come un mondo di fatti incontrovertibili. Così non è. Gli scienziati non sempre raggiungono un consenso ed è spesso complicato spiegare tutte differenze in un articolo. Però, la mia preoccupazione è che alcune recenti proposte di fisica teorica, come ad esempio la possibilità che noi viviamo in un mondo di multiversi, cioè con tanti universi, siano molto considerate dai media soltanto perché interessanti e trendy. Temo che scelte simili finiscano per minare l’autorità della scienza e degli scienziati nella coscienza del pubblico».
Il progresso ha cambiato il mio lavoro: con Internet oggi faccio indagini in archivi e dialogo con i ricercatori