Corriere della Sera

Sì definitivo alla nuova legge elettorale Grasso a sorpresa abbandona il Pd

Dal Pd alla Lega, in Senato 241 voti a favore M5S: è fascismo. I dem: offesa a chi l’ha vissuto

- Arachi, Breda, Falci, Martirano

Via libera alla nuova legge elettorale: il Senato ha approvato il Rosatellum bis: 241 i sì , 61 i no, 2 gli astenuti. Due gli interventi di alto livello critici con la legge: quello di Giorgio Napolitano e di Mario Monti. E ora i grillini annunciano ogni pressione sul Quirinale per non far promulgare la legge. Il presidente del Senato Pietro Grasso, in disaccordo, ha lasciato il Pd.

Dopo 8 voti di fiducia (di cui 3 alla Camera), il Senato ha approvato la legge elettorale che a questo punto, dopo la promulgazi­one del Capo dello Stato, dovrebbe essere pubblicata a giorni sulla Gazzetta ufficiale. Da quel momento andranno in archivio i due «consultell­i», le leggi asimmetric­he per Camera e Senato decapitate da altrettant­e sentenze della Corte costituzio­nale, e il Paese avrà, come auspicato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «regole omogenee» per l’elezione delle due Camere.

Lo schieramen­to favorevole al nuovo Rosatellum, dal nome del capogruppo dem Ettore Rosato che l’ha proposto, è stato ampio: 214 i sì (Pd, FI, Lega, Ap, Scelta civica, Svp), 61 i no (M5S, Mdp, SI, FdI), 2 gli astenuti. «Direi che contano i numeri», è stato il primo commento del renziano Andrea Marcucci. E il capogruppo dem Luigi Zanda, in una appassiona­ta dichiarazi­one di voto, ha rispedito al mittente (M5S, Mdp e SI) l’accusa di avere varato una «legge fascista»: «È un’affermazio­ne che offende chi il fascismo lo ha conosciuto davvero».

Eppure — anche se la seduta è filata via in un clima mesto: «Un funerale», l’ha definita Ugo Sposetti del Pd, che pur ha votato a favore — le otto fiducie e l’impossibil­ità per i parlamenta­ri di modificare un testo blindato ha lasciato sul campo anche molte macerie politiche e una scia di dissenso nel Pd (Chiti, Tocci, Mucchetti, Micheloni, Manconi, Ruta e Turano non hanno votato). Ma — prima ancora delle dimissioni del presidente del Senato Pietro Grasso dal gruppo del Pd, formalizza­te a legge approvata — c’erano stati due interventi in Aula al massimo livello molto critici: quello dell’ex inquilino del Quirinale Giorgio Napolitano (che pur non votando la fiducia ha detto sì alla legge) e quello dell’ex premier Mario Monti, che alla stroncatur­a del testo ha fatto seguire un voto contrario nel merito: «I problemi nel merito e le forzature nel metodo che, come ha indicato nel suo lucido intervento il presidente Napolitano, sono state abbondanti e temo che contribuir­anno a diffondere il disprezzo per la politica». E ora i grillini annunciano ogni pressione sul Quirinale per non far promulgare la legge. Chi esulta per il centrodest­ra è il capogruppo di FI Paolo Romani: «Noi vogliamo vincere e governare, e con questa legge tutto questo è possibile». Roberto Calderoli, che pure ha votato a favore con tutta la Lega, ha gelato il Pd: «La prima botta l’avete presa al referendum, la seconda alle amministra­tive, la terza ai referendum sull’autonomia, la quarta vi arriva in Sicilia e alle politiche sarete terzi su tre».

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(Ansa) Il via libera Il presidente del Senato Pietro Grasso annuncia l’ok al Rosatellum bis

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