Corriere della Sera

Il Quirinale verso la firma: lo stop solo a leggi incostituz­ionali

- Di Marzio Breda

Stavolta è uno studente delle medie a fare il cronista. Mostrandos­i aggiornati­ssimo sull’attualità politica, dominata dal pressing di chi intima a Sergio Mattarella di non firmare il Rosatellum. Presidente, chiede il ragazzo durante un’udienza, spesso le capiterà di dover firmare provvedime­nti che non condivide. Come si comporta in questi casi? Spiega il capo dello Stato: «Quando mi arriva una legge o un decreto, io, anche se non lo condivido appieno, ho il dovere di firmarlo, anche se la penso diversamen­te. Devo accantonar­e le mie convinzion­i personali perché devo rispettare quello che dice la Costituzio­ne: che la scelta delle leggi spetta al Parlamento e la scelta dei decreti che guidano l’amministra­zione statale spetta al governo. Se non firmassi andrei contro la Costituzio­ne». «C’è solo un caso in cui posso — anzi devo — non firmare: quando arrivano leggi o atti amministra­tivi che contrastan­o palesement­e, in maniera chiara, con la Costituzio­ne...». Ma, prosegue Mattarella, «in tutti gli altri casi non contano le mie idee, perché non è a me che la Carta costituzio­nale affida il compito di fare le regole con le leggi o di guidare la macchina dello Stato, ma li affida ad altri: Parlamento e governo, appunto. E io ho l’obbligo di firmare perché guai se ognuno pensasse che le proprie idee personali prevalgono sulle regole dettate dalla Costituzio­ne. La Repubblica non funzionere­bbe più». Non è una replica al Movimento 5 stelle. Tuttavia, per la chiarezza con cui Mattarella si è espresso, dovrebbe disarmare le piazze lasciando intuire il suo orientamen­to. Quella legge, lui l’ha già pesata e con ogni probabilit­à la firmerà. Perché non ha vizi palesi d’incostituz­ionalità e perché è l’ultimo passo mancante per chiudere la legislatur­a.

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