Show di Verdini: «Ecce homo c’eravamo, ci siamo e ci saremo»
NUOVE ALLEANZE IL PERSONAGGIO
si è tolto il cappuccio».
Rivendica «con orgoglio» il suo ruolo di stampella, di «responsabile» delle traballanti maggioranze che hanno tenuto una legislatura che è stata «tutta un grande compromesso». E tale dunque è anche il Rosatellum, «la migliore legge possibile in questo momento storico». Il merito, guarda caso, è tutto suo: «Dicono che sia figlia mia e non mi dispiace... Diciamo che è mia nipote». A Lucio Barani brillano gli occhi mentre «Denis» ricorda lo «scatto in avanti»» consentito da Ala sulle unioni civili: «Avremmo votato la stepchild adoption e voteremmo il testamento biologico». E lo ius soli? «Anche domani».
Verdini gira pagina, arriva all’«argomento scomodo» dei suoi guai con la giustizia e prova a far leva sulla parte garantista del Senato: «Pretendo il rispetto costituzionale della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva». Se gli hanno dato dell’«impresentabile», azzarda, è solo per fare ombra alla sua «fattiva presenza in Parlamento, derubricata, osteggiata e vilipesa». Appoggio esterno? «No, appoggio fantasma coniato apposta per noi — attacca sferzando anche i renziani — Un neologismo tartufesco e ipocrita». La clessidra è agli sgoccioli, come la legislatura e forse come la sua carriera politica. C’è però il tempo di lodare
Il futuro «Mi ricandido? Non so» E c’è chi dice che stia trattando per garantire un seggio al figlio
il «Berlusconi grande innovatore» e immaginare che sia l’ex Cavaliere, in tandem con Renzi, a «concludere la trasformazione del Paese». I senatori della sinistra rumoreggiano, prevedono un governo Berlusconi-Renzi-Verdini e lui smentisce che una norma del Rosatellum sia stata scritta per consentirgli di candidarsi con il Maie in Sudamerica: «Una stupida falsità». Il dilemma sulla candidatura non lo scioglie, ma a Palazzo Madama si dice che Verdini stia trattando con il Pd «due o tre posti» garantiti per i suoi, tra cui il figlio Tommaso.