La maggioranza a porte girevoli ora conta 162 senatori
Usciti i bersaniani, ci sono i voti di Ala. Come cambiano gli equilibri in Aula per la Legge di stabilità
«Si è visto che anche senza i bersaniani il governo qui trova una maggioranza». È sera quando Riccardo Villari, senatore del Gal e conoscitore come pochi degli equilibri di Palazzo Madama, sospira e mette a verbale questa sentenza. Sono passate poche ore dall’approvazione del Rosatellum 2 e già nel salone Garibaldi di Palazzo Madama si fa di conto su quelli che sono oggi i numeri a disposizione del premier Paolo Gentiloni. «Le porte sono girevoli, ma state tranquilli, qui ci sarà sempre una maggioranza», avverte con un filo di malizia un senatore del Pd. Nei giorni scorsi l’ufficialità della fuoriuscita di Mdp con il no alla fiducia sul Rosatellum ha fatto tremare i polsi a Palazzo Chigi e al Pd. Tuttavia se sono usciti 16 senatori di Mdp, ne sono entrati 14 del gruppo di Denis Verdini. Il saldo finale è rimasto così praticamente immutato. Grazie al contribuito di Ala la maggioranza ha superato la prova dei cinque voti di fiducia. Rileva Lucio Barani: «Non abbiamo alcuna poltrona, siamo i francescani della politica italiana. Per usare le parole di Denis, siamo 14 ministri senza portafoglio». Al Senato si guarda già avanti, al prossimo obiettivo. Ovvero all’approvazione della Legge di stabilità. Numeri alla mano la maggioranza potrebbe anche questa volta cavarsela e raggiungere quota 162. E contare sul sostegno del Pd (98), di Ap (24), del gruppo Per le Autonomie (18), del Misto (5), di Ala (14) e di una piccola parte del Gal (3). Karl Zeller, presidente del gruppo Per le Autonomie, non si stupisce: «I bersaniani da tempo sono fuori, ci arrangeremo». E già si guarda a chi potrebbe dare l’apporto alla maggioranza nel caso di un altro voto di fiducia. «Gli stabilizzatori si trovano», ironizza un senatore. Anche perché, aggiunge Luigi Compagna, «la maggioranza ufficialmente non c’è mai stata ma è una maggioranza di aggregazione». E fra gli indiziati c’è chi ad esempio, come Riccardo Conti, fino a pochi mesi fa verdiniano e oggi al Misto, potrebbe decidere di sostenere il governo e la maggioranza. E portare l’asticella a quota 162.