Corriere della Sera

Fascicolo

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Il frontespiz­io del dossier depositato alla Corte europea dall’avvocato Andrea Saccucci che assiste Silvio Berlusconi e svolgiment­o delle attività parlamenta­ri».

Proprio perché equiparata a una sanzione penale, nell’interpreta­zione di Berlusconi la legge Severino non può applicarsi al suo caso, perché verrebbe violato il principio di irretroatt­ività delle norme.

La retroattiv­ità

Ma il governo, che nega la natura penale del divieto d’accesso in Parlamento, afferma che comunque le disposizio­ni contestate sono entrate in vigore il 31 dicembre 2012, e dunque prima delle elezioni del febbraio 2013, della condanna definitiva dell’ex premier a 4 anni di carcere per frode fiscale (agosto 2013) e della successiva decadenza votata dal Senato. Ribattono i legali di Berlusconi: il calcolo dei tempi sulla retroattiv­ità «è ancorato al momento della consumazio­ne del fatto illecito

I legali dell’ex premier Gli avvocati puntano al reintegro che lo possa far candidare alle prossime elezioni

(ottobre 2004, ndr) e non alla data in cui viene emessa la sentenza penale».

Sulla prevedibil­ità della sanzione, il governo ribadisce che questa è ampiamente dimostrata dal fatto che la legge è stata varata prima delle elezioni. E smentisce che non ci siano distinzion­i fra reati per stabilire l’ineleggibi­lità o la decadenza, dal momento che «essa non è prevista per tutti i condannati e per tutti i reati, ma solo per le pene superiori a due anni e fatti di una certa gravità, in evidente relazione con l’esercizio delle pubbliche funzioni». Ma la difesa di Berlusconi ribatte che la sospension­e dell’eleggibili­tà per sei anni è sproporzio­nata, giacché di molto superiore all’interdizio­ne di due anni dai pubblici uffici stabilita dai giudici, e «irragionev­olmente» uguale a quella per chi avesse l’interdizio­ne perpetua.

Al termine di questi e altri ragionamen­ti e valutazion­i giuridiche, il rappresent­ante del governo chiede alla Corte di «dichiarare infondata la richiesta» di Berlusconi, mentre gli avvocati dell’ex premier insistono per ottenere il reintegro nel ruolo di senatore e l’assicurazi­one che «possa candidarsi alle prossime elezioni», nonché la restituzio­ne dello stipendio da parlamenta­re sospesa negli ultimi quattro anni. Quei soldi, precisano, dovranno andare, «a titolo di liberalità», al centro diurno per anziani di Cesano Boscone dove Berlusconi ha svolto, come pena alternativ­a al carcere, l’affidament­o ai servizi sociali.

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